martedì 12 luglio 2011

Trani, 70 arresti sgominata banda«vampiri» bancomat


TRANI (BAT) - La centrale organizzativa era in Bulgaria, a Sofia, ma i prelievi quotidiani di danaro venivano compiuti ogni giorno agli sportelli bancomat di tutto il mondo grazie a carte clonate. Scippi tecnologici, con un sofisticatissimo sistema informatico, che grazie ad utenze telefoniche e codici criptati in 3 anni avrebbe fruttato 50 milioni di euro ai danni di ignari clienti e di istituiti di credito. Un’operazione di polizia internazionale che nelle ultime ore ha portato all’esecuzione di oltre 70 ordinanze di custodia cautelare nelle forme del mandato d’arresto europeo. In manette sono finiti cittadini bulgari.

Una vera e propria rete internazionale con una miriade di affiliati ricostruita dalle certosine indagini della Procura della Repubblica di Trani che ha coordinato le indagini della Polizia Postale. L’inchiesta è partita dalle denunce di alcuni episodi verificatisi a Trani e Molfetta, che diversamente da quanto precedentemente accaduto per casi analoghi non erano state archiviate. Indagando ed incrociando alcuni dati si è scoperto che le manomissioni agli sportelli bancomat delle due città del Nord Barese presentavano analogie coi meccanismi adoperati in altre numerose regioni italiane. Ma il sistema messo a punto dai gruppi bulgari «Noshina» e «Stanislav» era collaudato anche a livello internazionale perché le carte clonate venivano utilizzate per prelievi in Russia, Kenya, Sud Africa, Stati Uniti.

I cervelli dell’associazione a delinquere erano a Sofia e di qui gestivano tutti gli aspetti informatici, dando direttive pratiche ad altri bulgari sparsi in tutto il mondo: vere e proprie «cellule internazionali operative», secondo la magistratura tranese. Agli sportelli bancomat venivano applicati dall’esterno microtelecamere e sofisticati sistemi elettronici (skimmer) che consentivano di leggere e immagazzinare su una memoria i dati della banda magnetica delle carte di credito inserite per le varie operazioni. I codici catturati venivano inviati per posta elettronica alla centrale operativa di Sofia e di qui destinati con sofisticati sistemi informatici ai «prelevatori», cioè ai bulgari che con le carte clonate si recavano ai singoli sportelli bancomat sparsi in tutto il globo.

Prelievi che, per far tardare ulteriormente le denunce, avvenivano negli orari di chiusura delle banche ed a cavallo della mezzanotte, consentendo già così due operazioni in pochi minuti. Un fiume di danaro che avrebbe contato su circa 15mila carte clonate e che, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, sarebbe stato riciclato soprattutto da una società bulgara (UNEX Trade) che tra le varie attività cura anche progetti governativi di varie nazioni. Otto bulgari sono stati arrestati pure in Italia: le manette sono scattate a Roma, Milano, Firenze e Bologna. I capi del sodalizio avevano previsto anche cosa fare in caso di arresto in flagranza dei «prelevatori» per garantirsi il silenzio. In Bulgaria, per rogatoria, l’ordinanza del gip del Tribunale di Trani ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro. Ulteriori particolari della vasta operazione internazionale saranno illustrati stamattina a Trani dal Procuratore Carlo Maria Capristo alla presenza delle autorità bulgare.

ANTONELLO NORSCIA

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