domenica 10 luglio 2011

L'accademia della camorra: così i clan reclutano i futuri soldati del crimine

NAPOLI - Se fosse una fiction si potrebbe intitolare «criminali allo sbaraglio». Se fosse un film, «piccole canaglie crescono». Invece è tutto drammaticamente vero, e succede nel cuore di Napoli, zona Quartieri spagnoli: è qui che la criminalità organizzata ha aperto ufficialmente il suo corso accelerato per aspiranti delinquenti. In tempi di magra funziona così, perché serve manodopera fresca.

Cartoline dall’inferno metropolitano della città che non riesce a vivere onestamente, di solo sudore e lavoro. Non serve il curriculum su carta, basta sapersi muovere e farsi notare da chi in quei vicoli ci è nato e ha preceduto le ultime generazioni: scippi e rapine sono il primo banco di prova. Se non siamo alla famosa scena della prova di coraggio del film «Gomorra», in cui la camorra recluta giovanissime leve sottoponendole al trauma del colpo di pistola sparato a bruciapelo su un giubbotto antiproiettile, poco ci manca.

Ma procediamo con ordine. Esterno notte, siamo nella zona compresa tra vico Giardinetto e via Concordia. Qui - dove un tempo regnava incontrastato il clan Mariano - improvvisati capibastone che non sai nemmeno più se appartengano a qualche gruppo organizzato hanno iniziato a curare le selezioni dei nuovi talent-scouts del crimine di strada. E pare che in questa improvvisata palestra in cui si affinano soprattutto le tecniche di scippi e rapine non manchino i candidati. Minorenni. Si va dai 13 ai 15-16 anni, anche se radio-vicolo conferma la voce che tra i ragazzi ci siano soggetti di età anche inferiore. Spesso la nottata finisce anche in rissa, ma va bene lo stesso perché è quando si tratta di usare le mani che viene fuori il vero coraggio (almeno è così nella logica dei criminali).

L’ultimo episodio, sul quale sta indagando la polizia si è verificato una settimana fa, domenica scorsa, quando un ragazzo sui quindici anni, incensurato, residente della zona, è stato dapprima circondato dai sei giovani delinquenti e poi è stato costretto a consegnare portafogli e cellulare. Due sere prima identica scena, con rapina di denaro e cellulare.

Di questa escalation di violenza ai Quartieri spesso non resta traccia. Perché le tante persone perbene residenti in zona si rintanano in casa e non vedono; e se magari dovesse passare una pattuglia di polizia o carabinieri, basta un segnale, un grido e l’allarme fa dileguare sia i contendenti che gli «osservatori». I motivi di questo originale quanto inquietante reclutamento di nuove leve delinquenziali sono due. Il primo deriva da uno stato di necessità contingente: con la bella stagione i professionisti del crimine di strada - soprattutto i «rapinarolex» e gli scippatori - si muovono ormai verso mete turistiche di fuori regione: la riviera adriatica, ma negli ultimi tempi anche in Spagna; occorre dunque rimpiazzare le presenza mancanti.

La seconda ragione sta nella considerazione che anche ai Quartieri - come in molti altri quartieri di Napoli - i formidabili colpi inferti dai blitz delle forze dell’ordine e dalle ordinanze della Procura hanno messo in ginocchio intere economie criminali. Non solo i boss sono in galera, ma anche le seconde linee e la manovalanza. Ma i Quartieri diventano oggi la spia di un malessere che nessuno auspica possa contagiare altre realtà difficili. «Anche perché - conferma un anziano signore seduto all’esterno di un basso di vico Storto alla Concordia - una volta che si finisce in quel giro non se ne esce più».

Resta l’amarezza per quelle prove di coraggio, che culminano sempre più spesso in queste ultime ore nell’aggressione e nel violento linciaggio di coetanei o vittime (sempre giovani) che hanno la sventura di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Le aggressioni, talvolta, rischiano di avere effetti più che drammatici: sempre più spesso i giovani teppisti compaiono armati di mazze da baseball, quando non compaiono addirittura i coltelli. Due, tre scooter per volta, ma in qualche caso ad entrare in azione sono anche più persone. Sempre negli stessi luoghi: spesso pedinano la vittima di turno già lungo via Roma.

Giuseppe Crimaldi

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