martedì 5 luglio 2011

Anonymous, colpo alla cellula italiana Blitz notturno: denunciati 15 hacker

Perquisizioni in tutto il Paese,nei guai anche 5 minorenni.
Il capo è un 26enne del TicinoTra i siti colpiti anche Poste, Eni
Finmeccanica, Senato e Camera

ROMA
Gli “Anonymous” da oggi hanno un nome e una faccia. Dopo una notte di perquisizioni in tutta Italia gli agenti del Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia delle Comunicazioni, coordinati dalla Procura di Roma, hanno denunciato quindici persone: uno, che si nascondeva sotto il nickname «Phre», sarebbe il capo del gruppo di hacker che nei mesi scorsi ha colpito, tra gli altri, i siti delle Poste, di Mediaset, della Camera, del Senato, dell’Agcom e dell’Eni.

L’operazione è scattata ieri sera: oltre trenta le case controllate dalle forze dell’ordine, che hanno individuato il responsabile in Canton Ticino. Gli attivisti comunicavano via Twitter e Facebook: è sui social network e sulle chat che individuavano gli obiettivi degli attacchi, operazioni semplici dal punto di vista tecnico ma che, secondo la polizia, «hanno causato ingenti danni» alle aziende colpite. «Mentre in passato - ha spiegato il vice questore aggiunto Tommaso Palumbo, diretto del Cnaipic della polizia di Stato - erano necessari per l’attacco informatico centinaia di ragazzi che collegandosi facevano saltare il sito, oggi si utilizzano grossi server che mandano in tilt il sistema utilizzando quindi apparecchiature veramente alla portata di tutti». A dare man forte agli italiani, anche pirati spagnoli. I reati contestati sono di accesso abusivo in sistema informatico, danneggiamento a sistema informatico e interruzione di pubblico servizio.

«Al di là dell’aspetto penale della vicenda - ha detto Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale e delle telecomunicazioni - va sottolineato il danno patrimoniale arrecato da queste azioni, i cui costi graveranno sui ragazzi e sulle loro famiglie. Ci sono molti modi per esprimere un dissenso ma qui si producono reati e si producono anche seri danni economici».

In un comunicato diffuso sul web nella notte gli hacker hanno annunciato che «è il momento di scendere in piazza» .

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