lunedì 4 aprile 2011

Palmi: scoperta organizzazione dedita alle truffe, 11 arresti

Undici persone sono state arrestate dai militari della Guardia di Finanza nella piana di Gioia Tauro, accusati di associazione per delinquere finalizzato alla truffa, riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria
 
L’organizzazione sgominata oggi dalla guardia di finanza nella Piana di Gioia Tauro, avrebbe compiuto truffe per circa tre milioni di euro e gli undici arrestati costituivano false imprese presso la camera di commercio, acquisivano partite Iva, e con somme esigue aprivano conti correnti bancari che poi erano utilizzati per le truffe. Il reato contestato alle persone destinatarie dei provvedimenti è di associazione per delinquere finalizzato alla truffa, oltre a ipotesi di delitto quali riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Coinvolte dunque, le cosche della piana visto che uno degli associati è sposato con la figlia di un noto boss di Gioia Tauro. L’organizzazione avrebbe curato ogni particolare, dalla costituzione di false imprese presso la camera di commercio, all’acquisizione di partite IVA, dal contratto per le linee telefoniche e per l’immancabile fax, all’apertura, con somme esigue, di conti correnti bancari presso primari istituti.


Delle 11 ordinanze di custodia cautelare emesse, 9 sono state eseguite nei confronti di Rosario Caridi, 42 anni, di Gioia Tauro; Salvatore Carlà (34), di Gioia Tauro; Vincenzo Catananti (27), di Gioia Tauro; Sylwester Piotr Kruk (27), di Radom (Polonia); Eugenio Romano (59), di Gioia Tauro; Antonio Russo (47), di Locri (RC); Luciano Russo (44), di Atripalda (Avellino); Francesco Scarfò (30), di Taurianova; Emilia Viola (25), di Lecco. Sono ancora ricercati, invece, A.D. (23), e M.F. (25).

I PARTICOLARI DELL'INDAGINE

I finanzieri hanno scoperto il sistema escogitato dai fratelli Antonio e Luciano Russo, da Eugenio Romano e da Rosario Caridi, ai quali viene per questo contestato il reato di associazione per delinquere finalizzato alla truffa, oltre a varie altre ipotesi di delitto quali riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria.

I quattro, dopo avere ottenuto la fiducia di varie ditte, prevalentemente con sede nel Nord Italia, avrebbero acquistato e fatto sparire merce di vario tipo (trapani, condizionatori d’aria, combustibile per stufe, generi alimentari), addirittura confetti prodotti a Sulmona, senza, poi, pagarne il corrispettivo. Non manca sullo sfondo la presenza delle cosche della piana visto che Luciano Russo, sottolineano gli inquirenti, è sposato con Dorotea Deborah Molè, figlia del defunto boss Domenico, deceduto in carcere diversi anni addietro, considerato uno dei maggiori esponenti dell’omonima cosca.

Anche la madre di Dorotea, Concetta Piromalli, a sua volta, è figlia del boss Domenico Piromalli, deceduto da oltre vent'anni. Proprio il matrimonio tra i coniugi Domenico Molè e Concetta Piromalli a suo tempo sancì la storica alleanza tra i due clan, oggi considerata finita dopo l’uccisione di Rocco Molè, avvenuta il 2 febbraio del 2008 in seguito ai disaccordi tra le due famiglie sulla gestione dei servizi all’interno dello scalo portuale ed al prepotente ingresso in quegli affari degli Alvaro di Sinopoli.

Secondo le indagini, le aziende acquirenti, (tra cui le ditte Iannone Fortunato, Viola emilia, Strangio Sebastiano, Carid di Caridi Rosario, Geiva di Germanò Ivan, Aerre di Cedro Salvatore, Euro agrumi 2003 di Raso Michele, Globo di Bevilacqua Damiano, e Commerciale Calabra di Labate Pasquale), tutte di Gioia Tauro e San Ferdinando, risultavano intestate ai classici prestanome che profumatamente ricompensati, assumevano la titolarità delle imprese, di fatto inesistenti. Per raggiungere il risultato l’organizzazione che ha curato ogni particolare, dalla costituzione della falsa impresa presso la camera di commercio, all’acquisizione della partita IVA, dal contratto per la linea telefonica e per il fax, all’apertura, con somme esigue, di conti correnti bancari. In questo un ruolo fondamentale sarebbe stato svolto da Luciano Russo, mente finanziaria del gruppo che curava proprio l’apertura dei conti correnti.

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