venerdì 8 luglio 2011

La sorpresa dei pm "Paga la casa del ministro"

La replica:"La mia unica abitazione è a Pavia Quella a Roma mi è stata offerta, da stasera la lascerò"

ROMA
Consigliere, braccio destro, in alcuni casi anche braccio armato, quando nei mesi passati si trattava di presidiare il Parlamento dove si discuteva la manovra, un altro provvedimento economico particolarmente delicato, o di definire le rose dei candidati per tutte le nomine pubbliche. Tra Giulio Tremonti e Marco Milanese, il rapporto è sempre stato strettissimo. E ancora oggi, spiegano i magistrati napoletani, continua: si tratta infatti di un legame «stretto e attuale», «fiduciario», «che prescinde dal ruolo istituzionale rivestito da Milanese» al ministero dell'Economia. Così stretto che non solo Milanese offre al superiore regali preziosi, come un orologio Patek in occasione del Natale di due anni fa, ma gli paga pure l’affitto della casa romana. Roba da 8500 euro al mese, 100 mila euro di canoni versati fino ad ora. Tremonti prende le distanze: «Io ho casa solo a Pavia».

Le dimissioni
Dal 28 giugno l’ex ufficiale della Finanza ha deciso si rassegnare l’incarico di consigliere politico del ministro dell’Economia per evidenti ragioni di opportunità, in quanto sottoposto a indagini, ma poco cambia. E non è dunque un caso se dal capitolo dell'ordinanza in cui si motivano le esigenze cautelari nei suoi confronti si scopre che anche il ministro dell'Economia è stato sentito «come persona informata sui fatti» il 17 giugno scorso a Napoli. Non per le storie della P4, ma per i traffici del suo più fidato (ex) collaboratore.

I magistrati di Napoli spiegano che le dimissioni presentate dieci giorni fa da Milanese, dall'incarico al dicastero di via XX Settembre, «non facciano venir meno il pericolo, tuttora concerto ed attuale, di inquinamento probatorio» perché «nonostante la cessazione dell'incarico, permane una situazione di oggettiva vicinanza tra l'odierno indagato e il ministro Tremonti» al quale Milanese «è legato da un rapporto di stretta fiducia che prescinde dall'incarico formale rivestito dal parlamentare e sopravvive alle dimissioni rassegnate».

Secondo i pm, «emblematica dell'attualità del rapporto fiduciario tra i due» è la vicenda relativa a un immobile di via Campo Marzio 24 a Roma, in pieno centro accanto a Montecitorio, di proprietà del Pio Sodalizio dei Piceni. Questo immobile, si legge nell'ordinanza, «è stato concesso in locazione a Milanese per un canone mensile di 8.500 euro ma viene di fatto utilizzato dal ministro Tremonti».

L’alloggio in Campo Marzio
Che Milanese sia l’intestatario del contratto può essere spiegato con le naturali ragioni di riservatezza connesse all’incarico ricoperto da Tremonti, anche se tutti - dal portiere dello stabile all’impresa che ha eseguito i lavori, sino ovviamente agli organi di sicurezza - sapevano chi era l’illustre personaggio che abitava al civico 24. «Poco chiari» vengono invece definiti i rapporti economici tra i due. Mentre fino ad oggi Milanese ha pagato canoni di affitto per circa centomila euro, tra i due risulta agli atti un solo scambio di denaro: 8000 mila euro versati dal ministro al suo braccio destro nel febbraio 2008. Un assegno, specificano gli inquirenti, «che attiene evidentemente ad altra partita economica tra i due. Essendo isolato nel tempo - si sottolinea nella richiesta d’arresto inviata ieri alla Camera - e risultando emesso un anno prima» della firma del contratto col Pio Sodalizio dei Piceni.

La difesa
Per Tremonti le cose non starebbero così. «La mia unica abitazione è a Pavia. Non ho mai avuto casa a Roma - dichiara a sera inoltrata -. Per le tre sere a settimana che normalmente – da più di quindici anni – trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo e come ministro in caserma. Poi ho accettato l’offerta fattami dall’onorevole Milanese, per l’utilizzo temporaneo di parte dell’immobile nella sua piena disponibilità e utilizzo. Apprese oggi le notizie giudiziarie relative all’immobile - conclude già da stasera per ovvi motivi di opportunità cambierò sistemazione».

Secondo i magistrati napoletani c’è un altro aspetto della vita di Milanese che complica la vicenda, il rapporto con Manuela Bravi. «Persona informata sui fatti - scrivono i magistrati campani compagna di vita di Milanese e destinataria, insieme al parlamentare, del soggiorno pagato a New York». È consigliere per l’informazione e portavoce di Tremonti e quindi, si sottolinea, «occupa un ruolo analogo a quello del parlamentare» del Pdl.

I gioielli
«La personalità del Milanese - raccontano i giudici - appare quella di chi, amante del lusso e della “bella vita”, sembra muoversi in dispregio proprio di quelle leggi che, egli più di ogni altro, avrebbe dovuto far rispettare». «Emblematica» viene definita proprio la vicenda relativa agli acquisti di oggetti preziosi presso la gioielleria Laurenti: «Sono emersi profili di violazione della normativa antiriciclaggio sulla quale proprio il ministero dell’economia è chiamato ad applicare sanzioni». Per non dire poi dell’evasione fiscale per immobili posseduti in Francia e non denunciati o, più semplicemente, dell’utilizzo dell’autista personale per faccende private.

PAOLO BARONI

Nessun commento:

Posta un commento