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mercoledì 22 settembre 2010
Gioia Tauro, maxisequestro di esplosivo
Gioia Tauro, maxisequestro di esplosivo
atti trasmessi alla Dda di Reggio Calabria
Secondo gli investigatori la scoperta del carico sarebbe da ricondurre al traffico internazionale di esplosivo
22/09/2010 Sono stati trasmessi alla Dda di Reggio Calabria gli atti dell’inchiesta che ha portato ieri alla scoperta di sette tonnellate di esplosivo T4 in un container nel porto di Gioia Tauro. La Procura della Repubblica di Palmi, competente per territorio, dopo avere effettuato gli atti istruttori urgenti, ha trasmesso il fascicolo alla Dda, che svolgerà le indagini successive.
In ambienti investigativi è stato confermato che l’ipotesi più attedibile è che il T4, proveniente dall’Iran e diretto in Siria, mimetizzato in un carico di sacchi di juta contenenti latte in polvere, servisse per alimentare un traffico internazionale di esplosivo e non fosse destinato alla criminalità organizzata italiana. Il micidiale T4, era nascosto in un container tra i sacchi di latte.
L’operazione, cominciata alla fine di agosto è proseguita fino all’accertamento della reale natura del carico. Quando gli investigatori hanno aperto il container si sono trovati di fronte a quello che avrebbe dovuto essere il reale contenuto: sacchi di juta pieni di latte in polvere. Una volta rimossa la muraglia di sacchi che erano in evidenza, più o meno a metà del container, c'era l’esplosivo, già diviso in panetti. Il T4, meglio conosciuto come ciclotrimetilene trinitramina o Rdx, è un esplosivo militare usato da quasi tutti gli eserciti del mondo ed è il maggior componente del più noto C4, in cui compaiono altri composti quali nitrocellulosa ed altri componenti inerti.
Il Semtex, uno degli esplosivi il cui uso è stato spesso accertato nell’esecuzione di molti attentati, è un esplosivo a base di pentrite e T4. E a base di T4 sono stati confezionati anche gli ordigni utilizzati nelle stragi di mafia del 1992 e del 1993, da quelle in cui furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e per gli attentati di Milano, Roma e Firenze, ma anche per il disastro di Ustica e per le stragi alla stazione di Bologna e quella del Rapido 904. Ma in questo caso, anche per la provenienza e la destinazione del carico sequestrato, gli investigatori privilegiano la pista del traffico internazionale di esplosivo.
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