Questo blog di notorietà internazionale, per protesta contro uno “Stato Latitante” non verrà aggiornato.
giovedì 23 settembre 2010
Mafia news
Mafia news
Piero Galleja, di 44 anni, presunto affiliato alla cosca calabrese Ierino, è stato arrestato a Naro mentre si trovava nella piazza centrale del paese
REGGIO CALABRIA. I carabinieri hanno arrestato a Naro (Agrigento) un latitante, Piero Galleja, di 44 anni, presunto affiliato alla cosca Ierino della 'Ndrangheta.
L'arresto è stato eseguito dai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria in collaborazione con quelli di Agrigento. Galleja, che era latitante dal 2006, deve scontare una condanna definitiva a sei anni di reclusione per estorsione, danneggiamento ed altri reati aggravati dalle modalità mafiose.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, Galleja si trovava a Naro perché il padre è originario del centro dell'agrigentino. Il latitante è stato bloccato mentre si trovava nella piazza centrale del paese
“Il sindaco di Castrofilippo incontrò Falsone durante la latitanza”
Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda palermitana, Vittorio Teresi. Secondo gli inquirenti Ippolito sarebbe stato eletto con i voti della mafia
AGRIGENTO. "Il sindaco di Castrofilippo, Salvatore Ippolito, incontrò il boss mafioso agrigentino Giuseppe Falsone quando era latitante". Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda palermitana, Vittorio Teresi, illustrando in conferenza stampa l'operazione antimafia "Family" con cinque arresti. Ippolito (Pdl), secondo gli inquirenti, sarebbe stato eletto con l'aiuto della famiglia mafiosa di Castrofilippo di cui faceva parte. Durante la perquisizione in casa del sindaco gli investigatori avrebbero scoperto "un vero e proprio ufficio comunale parallelo" in cui veniva decisa la spartizione degli appalti. Secondo gli inquirenti i lavori edili venivano quasi sempre aggiudicati a imprese vicine ad Angelo Alaimo, di 53 anni.
Armi, condannato il figlio del boss Pastoia
Giovanni è figlio figlio del capomafia di Belmonte Mezzagno Francesco, fedelissimo di Bernardo Provenzano, e morto suicida in carcere
PALERMO. La prima sezione della Corte d'appello di Palermo, presieduta da Giancarlo Trizzino, ha confermato la condanna a 2 anni e 4 mesi di Giovanni Pastoia, figlio del capomafia di Belmonte Mezzagno Francesco, fedelissimo del boss Bernardo Provenzano, morto suicida in carcere. Era accusato di detenzione di arma clandestina e ricettazione.
L'arma, una pistola, è stata trovata nell'abitazione di Belmonte in cui il boss viveva, insieme al figlio, prima di essere arrestato. Dagli accertamenti dei carabinieri è emerso che era stata rubata nel 1961 e che non avrebbe mai sparato.
Lercara Friddi, armi nascoste in un sito archeologico
I carabinieri hanno trovato quattro pistole nascoste sotto un cumulo di pietre a Colle Madore
LERCARA FRIDDI. A Colle Madore, nel sito archeologico situato tra Lercara Friddi e il bacino gessoso-solfifero nisseno, i carabinieri hanno trovato quattro pistole nascoste sotto un cumulo di pietre e custodite dentro tubi di polietilene. Trovati anche un caricatore e 52 cartucce.
Le armi sequestrate saranno inviata al Ris dei carabinieri per verificare se siano state usate per commettere delitti. Gli uomini dell'Arma di Lercara Friddi non escludono che possano essere state usate per i fatti di sangue che si sono susseguiti nel paese natale di Lucky Luciano negli ultimi anni.
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