venerdì 24 settembre 2010

«Giustizia lumaca» libero presunto killer del boss Stramaglia

«Giustizia lumaca» libero presunto killer del boss Stramaglia

di GIOVANNI LONGO

Oltre un anno trascorso senza che la Dda di Bari avesse messo il gip nelle condizioni di arrivare ad un processo nei confronti di Mario Giovanni Antonio Pancotto. Oppure: oltre quattro settimane (le ultime) trascorse senza che l’uf - ficio gip intervenisse tempestivamente. In un caso o nell’altro il risultato non cambia: il presunto killer del boss Michelangelo Stramaglia, avvenuto a Valenzano il 24 aprile 2009, è tornato in libertà. Fuori dal carcere «per intervenuta scadenza dei termini massima di efficacia della misura cautelare ». Un anno e 24 giorni dopo l’arresto avvenuto in Germania (la misura precedette di un paio di settimane l’estradizione in Italia), Pancotto, 49 anni, di Valenzano, indagato con l’accusa di omicidio volontario aggravato, è un uomo libero. Giovedì scorso ha lasciato il carcere di Rebibbia dove era det enuto.

Il gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola, pur riconoscendo a carico del presunto killer del boss «Chelangelo» Stramaglia sia i gravi indizi di colpevolezza, sia le esigenze cautelari (prima fra tutte il pericolo di fuga), non ha potuto fare altro che constatare l’evidenza: i «termini di fase» non si sono interrotti nè con un rinvio a giudizio, né con un decreto che dispone il giudizio abbreviato, nè con un decreto che dispone un giudizio immediato.

Delle due l’una: o la Dda ha chiesto troppo tardi al gip di valutare se ci fossero le condizioni per accedere a quest’ulti - mo rito alternativo che consente di «saltare» l’udienza preliminare. Oppure l’ufficio gip, già oberato di «carte» non ha proceduto tempestivamente.

Ciò che è certo, è che Pancotto è tornato libertà. In fumo, almeno per ora, il lavoro svolto dai carabinieri che, dopo quattro mesi di latitanza, inseguendo Pancotto per mezza Europa, assicurarono alla giustizia l’uomo arrestato il 23 agosto 2009 a Irschenberg (Baviera, Germania) in collaborazione con l’Interpol e la Polizia tedesca in un’area di servizio dell’autostrada che collega Monaco a Salisburgo, in Austria. Un arresto non facile considerando che l’uomo era sfuggito qualche giorno prima alla cattura in un blitz a Belgrado. Due settimane dopo venne stradato in Italia.

Stramaglia venne ucciso alle 20,30 del 24 aprile 2009 con un proiettile che lo raggiunse al fianco. Secondo i carabinieri e la Direzione distrettuale antimafia «Chelangelo», insieme con un paio di altri fedelissimi, rimproverò Pancotto per alcuni comportamenti ritenuti non ortodossi. La discussione degenerò e gli spallacci di «Chelangelo» avrebbero picchiato l’uomo accusato di omicidio volontario aggravato. Quest’ultimo, spazientito, avrebbe recuperato la sua pistola con cui sparò.

Nessun commento:

Posta un commento