venerdì 3 settembre 2010

Recupera soldi grazie ai clan


Recupera soldi grazie ai clan
fermato ex assessore


CATANIA - Si sarebbe servito dell'aiuto di tre presunti appartenenti al clan Santapaola per 'convincere' un imprenditore a pagargli un credito che non gli riconosceva di circa 150mila euro. È l'accusa contestata all'ex deputato della Regione Siciliana ed ex assessore alla Provincia di Catania, Nino Amendolia, che è stato fermato dalla polizia per tentativo di estorsione aggravata e sequestro di persona.

La vicenda non è legata al ruolo politico di Amendolia, eletto nel 2001 all'Assemblea regionale siciliana (Ars) con la lista Liberal socialisti e poi transitato al Mpa. Con l'ex deputato dell'Ars sono state fermati dalla squadra mobile della Questura di Catania due dei tre presunti esecutori materiali del tentativo di estorsione, Luigi Grasso e Francesco Leonardi. Con la stessa accusa è stato invece arrestato, perchè sorvegliato speciale, Alfio Bonnici, di 37 anni. I provvedimenti sono stati emessi dal sostituto procuratore Agata Santonocito, della Direzione distrettuale antimafia di Catania.

Le posizioni dei quattro indagati saranno vagliate dal Gip di Catania, che ha già interrogato Amendolia che ha fornito la sua ricostruzione della vicenda, dichiarandosi estraneo alle accuse che gli sono state mosse. Secondo l'accusa, che non ipotizza il reato di associazione mafiosa, Amendolia sosteneva di vantare un credito di circa 150mila euro dall'imprenditore al quale aveva venduto una società che controllava un albergo.

Ma l'uomo ha negato di essergli debitore dalla cifra, che non emergeva dagli atti della transazione. A quel punto, sostiene la Procura, l'ex assessore avrebbe fatto intervenire tre persone ritenute vicine a ambienti criminali della cosca Santapaola per convincere l'imprenditore a pagare. I tre, fungendo da 'giudici conciliatori', avrebbe addirittura 'limatò il presunto credito abbattendolo del 50%. Ma anche questa proposta sarebbe stata rifiutata dall'imprenditore.

La squadra mobile di Catania, seguendo altre indagini, ha scoperto il tentativo di estorsione e che i tre avevano intenzione di attuare una 'rappresaglia' nei confronti dell'imprenditore e così la polizia, su disposizione del sostituto Agata Santonocito, è entrata in azione eseguendo i fermi. La vittima, fino ad allora, era all'oscuro dell'operazione delle forze dell'ordine, ma una volta informato ha confermato le minacce.

2 commenti:

  1. SALVE.SONO LA MOGLIE DI UNO DEGLI ARRESTATI MA NON SONO LORO CHE DEVONO PAGARE .NON SONO COLPEVOLI DI REATO MA CHI FA I REATI SONO FUORI I NOSTRI FIGLI SOFFRONO X LA MANCANZA DEL PADRE MENTRE IL COLPEVOLE SI CULLA FRA LE BRACCIA DELLA SUA FAMIGLIA NON E GIUSTO DICO A CHI DI DOVERE DI GUARDARE BENE LE COSE COME STANNO X MIO MARITO NON E COLPEVOLE ED IO LO GRIDERO SEMPRE A VOCE ALTA E LOTTERO FINO AL GIORNO CHE AVRO FORZA .DOTTORESSA .CERCHI IL COLPEVOLE NON E MIO MARITO.

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  2. Gentile signora, sono fiducioso delle sue parole che suo marito sia innocente, speriamo in un esito positivo per lei che la magistratura dopo le accurate indagini scagioni completamente suo marito e si possa costituire parte civile e chiedere i danni per ingiusta detenzione. Mi faccia sapere ulteriori sviluppi che pubblicherò la notizia sul sito.
    Cordiali Saluti

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