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venerdì 17 settembre 2010
Treviso, ucciso per l'eredità: la moglie ha pagato i killer 200mila euro
Treviso, ucciso per l'eredità: la moglie
ha pagato i killer 200mila euro
Con la donna arrestati tre uomini. Il patrimonio del marito che avrebbe ereditato si aggira intorno a mezzo milione di euro
TREVISO (17 settembre) - È stato ucciso per l'eredità Eliseo David, 71 anni. Lo ha confessato la moglie Laura De Nardo di fronte alle precise contestazioni mosse dagli inquirenti in ordine ad alcune contraddizioni nel racconto della dinamica dei fatti. Lo ha ribadito al pm trevigiano Barbara Sabattini, che ha sottoposta la donna a fermo di indiziato di omicidio volontario premeditato. Con lei sono stati ammanettati i suoi complici: Ivan Marin (36), di Vazzola (Treviso), disoccupato; Gennaro Geremia (48), di Visnà di Vazzola (Treviso), pregiudicato, manutentore presso un hotel di Mestre (Venezia) e Mirko Della Giustina (29), di Fregona (Treviso), idraulico. I primi due hanno partecipato all'omicidio, il terzo invece è accusato di ricettazione dopo essere stato trovato in possesso di alcuni monili sottratti alla vittima per simulare una rapina in villa. La confessione è arrivata dopo 17 ore di interrogatorio.
Laura de Nardo ha “investito” 200 mila euro nell'omicidio del marito per ereditare un patrimonio valutato dagli investigatori intorno a mezzo milione di euro. Al killer Ivan Marin ha versato metà del compenso in anticipo il resto della somma gliela avrebbe sborsata solo "a cose fatte", almeno così prevedeva l'accordo.
La donna aveva incaricato Marin di progettare e portare a termine l'omicidio per sbarazzarsi del marito. Marin, a sua volta, si è rivolto ad un suo conoscente, Gennaro Geremia, con il quale due notti fa ha atteso che l'anziano si addormentasse per poi narcotizzarlo con un solvente per vernici e soffocarlo con un cuscino. Nel frattempo, la moglie era al piano terra ad aspettare e per ingannare l'attesa - ha raccontato lei stessa - ha giocato al solitario sul suo pc.
Laura De Nardo non aveva «amanti» fra i killer assoldati. A dirlo sono fonti investigative, che parlano di una «boutade» l'indiscrezione secondo la quale la donna avrebbe definito così, in una fase degli interrogatori, i killer che aveva contattato per il progetto criminale. Del resto De Nardo conosceva effettivamente solo Ivan Marin, il più giovane degli altri tre arrestati, dal quale la separano quasi 30 anni d'età. Non aveva invece mai visto l'altro presunto esecutore materiale del delitto, Gennaro Geremia, 48 anni. Questi, proprio per non rischiare di poter essere riconosciuto, nella fase che ha preceduto il delitto di Eliseo David e subito dopo, quando De Nardo ha inscenato di essere rimasta vittima di una rapina, ha evitato sistematicamente di farsi vedere dalla donna.
Laura De Nardo era sicuramente ai ferri corti con il marito ma dalle indagini non sarebbero emersi elementi che la possano far dipingere come una «mantide».
L'abitazione in cui è avvenuto l'omicidio è una villetta alla prima periferia meridionale di Conegliano, zona residenziale caratterizzata da un'agiatezza diffusa. La villetta, ben curata, è annessa ad un laboratorio di occhialeria oggi in vendita, di cui l'uomo era titolare e che gestiva assieme alla moglie. La donna era intenzionata a ereditare tutto il patrimonio.
Tra gli abitanti della zona, nessuno è in grado o ha l'intenzione di spendere una parola che vada oltre una sommaria descrizione. «Gente molto riservata - è la sintesi generale - con cui ci si salutava appena», tanto riservata che, a quanto pare, la segnalazione di ciò che è avvenuto nella villetta, fra la mezzanotte e le 1,30 di stamane, è stata data soltanto alle forze dell'ordine, attraverso una telefonata partita dall'interno dell'abitazione.
Nè la moglie nè la figlia avevano chiesto aiuto ai vicini nè sono scese in strada ad aspettare i soccorsi. I residenti del quartiere si sono svegliati solo perchè allertati dalle sirene delle volanti. Anche nell'ambiente delle occhialerie - a Conegliano una dozzina, tutte collegate da una conoscenza reciproca spesso pluriennale fra i gestori - solo un paio di colleghi ricorda di aver saputo, in tempi lontani, dell'esistenza di un laboratorio nella frazione in cui abitava David. Le indagini sul delitto sono coordinate dal pm di Treviso Barbara Sabattini.
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