mercoledì 2 febbraio 2011

'Ndrangheta: Operazione "Cinque stelle" sequestrato hotel a Roccella. 7 indagati

I carabinieri e la guardia di finanza stanno anche notificando sette informazioni di garanzia
 
 
 
02/02/2011 Operazione della Guardia di Finanza e dai Carabinieri denominata «cinque stelle» eseguita dagli uomini del comando provinciale di Reggio Calabria congiuntamente a quelli del comando provinciale delle Fiamme Gialle di Catanzaro. I militari hanno proceduito al sequestro preventivo di una struttura alberghiera della Locride, l’hotel «Parco dei principi» di Roccella Jonica (nella foto) e delle quote di tre società riconducibili agli stessi indagati, che, secondo le indagini, sarebbero legati al clan AquinoColuccio di Marina di Gioiosa Jonica.


Contestualmente gli inquirenti hanno proceduto alla notifica di 7 informazioni di garanzia con perquisizione locale e personale per i reati di ruffa aggravata continuata e riciclaggio. Gli indagati sono i fratelli Francesco, Vincenzo, Antonio e Domenico Condino, e Bruno Verdiglione, tutti della Locride.

Tra le società sequestrate, la Coninvest, cui farebbe capo la struttura alberghiera, del valore di oltre 10 milioni di euro.

L'indagine svolta dalla Guardia di Finanza a seguito di uno stralcio dal procedimento relativo all’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, è stata integrata con ulteriori elementi che sono stati acquisiti dalle inchieste «Crimine» e «Solare» ed avrebbe consentito di evidenziare indebiti finanziamenti erogati del ministero dello Sviluppo Economico nei confronti di persone contigue alla cosca Aquino-Coluccio nell’ambito dei patti territoriali della locride.

Il comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria ha eseguito anche perquisizioni nei confronti di sei soggetti, considerati «prossimi» alla cosca Aquino -Coluccio, finalizzate anche alla ricerca di elementi utili al prosieguo delle indagini. Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, Kate Tassone, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia reggina, che ha diretto le indagini nei confronti di cinque persone fisiche, denunciate per i reati di riciclaggio e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravati dall’utilizzo di metodologie comportamentali mafiose, nonchè di una persona giuridica segnalata per illeciti riguardanti la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

L’albergo «Parco dei principi», secondo quanto reso noto, rientra nel patrimonio aziendale della «coninvest s.r.l.», con sede a Siderno (Rc), beneficiaria di un ingente contributo pubblico di oltre 3,8 milioni di euro erogato nell’ambito del patto territoriale della locride, destinato alla realizzazione di una struttura turistico-alberghiera appunto, a cinque stelle. Dagli approfondimenti sulle anomalie della considerevole agevolazione pubblica concessa è emerso che dietro l’apparentemente irreprensibile compagine sociale di facciata vi fosse la «regia» di alcuni pericolosi soggetti appartenenti alla cosca Aquino-Coluccio. Ulteriori indagini eseguite hanno permesso non soltanto di comprovare definitivamente l’illecita percezione dei contributi pubblici milionari ma anche di individuare ed isolare all’interno della consorteria criminale uno strutturato e funzionale apparato organizzativo specializzato nell’investire e riciclare gli ingenti capitali di illecita provenienza accumulati dagli altri settori operativi del clan.

LA CONFERENZA STAMPA
«E' una operazione che conferma l’utilità delle misure di prevenzione sui beni illeciti». «Attraverso dei rapporti di parentela con un indagato – ha aggiunto il magistrato – le cosche Aquino-Agostino-Coluccio erano riuscite ad inserirsi nella vicenda». «La struttura sequestrata – ha detto Pignatone – è stata realizzata con i finanziamenti percepiti in maniera fraudolenta dal Patto per la Locride. Alla Coninvest sono stati erogati contributi non dovuti per 4 milioni di euro». L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto, Nicola Gratteri, e dai sostituti Sara Ombra e Antonio De Bernardo. «Le indagini – ha detto Gratteri – hanno permesso di accertare che la parte privata non ha messo una lira nell’operazione e tutto è stato realizzato con i soli soldi pubblici». Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il gen. Salvatore Patta, comandante regionale della Guardia di Finanza, ed il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio, col. Pasquale Angelosanto.

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