E così, mentre per molti degli stessi reati la procura ha chiesto l’archiviazione di Nichi Vendola e di altre 11 persone, a carico di Tedesco e soci reggono solo le imputazioni minori. Resta però il sospetto che, in un periodo dal 2005 al 2009, un pezzo delle nomine e degli appalti della sanità pugliese sia stato asservito agli interessi di una corrente di partito.
I reati ipotizzati a vario titolo dai pm Desirèe Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone sono: falso, concussione, corruzione, abuso e rivelazione di atti d’ufficio, truffa e turbativa d’asta. L’accusa di associazione a delinquere non ha retto all’esame del gip Giuseppe De Benedictis, che ha salvato solo alcuni (non tutti) i «reati-fine». Gli episodi contestati sono numerosi e vedono indagate complessivamente 39 persone. La procura aveva chiesto l’applicazione di misure per 24 e ne ha ottenute appena sette: ci sono infatti anche l’interdizione del primario oculista di Terlizzi, Antonio Acquaviva, e del direttore sanitario della Asl di Bari, Alessandro Calasso.
A Paolo Albanese, poliziotto della scorta di Vendola, è contestato insieme ad altri l’intervento sul direttore dell’ospedale di Terlizzi per far trasferire un’infermiera sua parente in altro reparto. Tra gli indagati c’è mezzo management della sanità pugliese. Il direttore generale e quello amministrativo della Asl Bat, Rocco Canosa e Felice De Pietro, l’ex direttore sanitario della Asl di Lecce, Franco Sanapo, il direttore amministrativo del «De Bellis» di Castellana, Tommaso Stallone (sarà interrogato martedì: rischia l’interdizione). C’è anche il capogruppo Pd alla Regione, Antonio Decaro, indagato insieme a suo padre: sono accusati di aver fatto ottenere a un parente, tramite Tedesco, le tracce di un concorso all’Arpa.
Il perno resta Tedesco, cui vengono contestati da solo o in concorso 14 capi di imputazione. L’ex assessore è accusato di aver pilotato la sanità pugliese «in modo da dirottare le gare d’appalto e le forniture verso imprenditori a lui legati da vincoli familiari (Rubino e Balestrazzi) o da interessi economici ed elettorali (Columella e Petronella». Tedesco avrebbe imposto ai vari manager le scelte dei direttori amministrativo e sanitario della Asl di Taranto e Lecce, quelle di due primari a Terlizzi, e sarebbe intervenuto per far assumere un bibliotecario a Castellana Grotte.
In generale, la valutazione complessiva del gip è molto dura. «La prassi politica dello spoil system - scrive De Benedictis - era, di fatto, talmente imperante nella sanità regionale da indurre il governatore Nichi Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge ad usum delphini, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta». Ma il confine tra lo spoil system e la «concussione ambientale» è ciò che differenzia la posizione di Vendola (per il quale pende da undici mesi la richiesta di archiviazione: il gip Di Paola potrebbe esprimersi a breve) da quella di tutti gli altri.
E sull’episodio della nomina del direttore sanitario della Asl di Lecce, secondo il gip, la procura «contesta agli odierni ex coindagati del presidente Vendola proprio quella condotta criminosa che non era stata ritenuta sussistente al momento della richiesta di archiviazione per il governatore». Le rimozioni o le nomine ordinate da Vendola, insomma - sottolinea il gip - sono un’applicazione dello spoil system, quelle di Tedesco discendono invece dalla necessità di badare ai propri interessi economici ed elettorali: è questa l’accusa da cui il senatore dovrà difendersi.
di Giovanni Longo
di Massimiliano Scagliarini
Inchiesta Sanità, ecco tutti i nomi
Sono 16 le persone per le quali il gip del Tribunale di Bari non ha concesso le misure interdittive richieste dalla procura.
Richiesta di arresto inviata al Senato: Alberto Tedesco, senatore Pd, 62 anni.
IN CARCERE:
Mario Malcangi, 51 anni di Ruvo di Puglia.
AI DOMICILIARI:
Paolo Albanese, 50 anni di Terlizzi;
Diego Romano Rana (imprenditore), 52 anni di Bisceglie;Giovanni Leonardo Garofoli (imprenditore), 65 anni di Trani;
Guido Scoditti (direttore generale Asl Lecce), 68 anni di Lecce.
INTERDETTI:
Alessandro Calasso (direttore sanitario Asl Bari), 63 anni di Bari;
Antonio Acquaviva (medico oculista), 55 anni di Bari.
INDAGATI A PIEDE LIBERO:
Paolo Emilio Balestrazzi, 57 anni di Bari;
Giuseppe Borracino, 63 anni di Barletta;
Rocco Canosa (direttore generale Asl Bat), 61 anni di San Costantino Albanese;
Antonio Colella (funzionario Asl Bari), 63 anni di Molfetta;
Carlo Dante Columella (imprenditore), 67 anni di Altamura;
Michele Columella (imprenditore), 44 anni di Altamura:
Rita Dell'Anna (funzionario Asl Lecce), 56 anni di Lecce;
Nicola Del Re (funzionario Asl Bari), 62 anni di Mola;
Felice De Pietro (direttore amministrativo Asl Bat), 61 anni di Molfetta;
Domenico Marzocca (imprenditore), 61 anni di Bari;
Francesco Petronella (imprenditore), 54 anni di Altamura;
Vitantonio Roca (imprenditore), 63 anni di Bisceglie;
Elio Rubino (imprenditore), 39 anni di Bari;
Francesco Sanapo (manager Asl Lecce), 61 anni di Specchia;
Tommaso Antonio Stallone, 47 anni di Bisceglie;
Filippo Tragni (funzionario Asl Bari), 52 anni di Altamura.
Antonio Decaro (ex assessore e capogruppo Pd alla Regione)
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