La richiesta dei pm accolta nonostante l’esito negativo di perizie finalizzate anche al rinvenimento di acidi. Udienza a luglio per l’omicidio dell’ex collaboratrice di giustizia di Petilia Policastro
I particolari più macabri li ha svelati quest'ultimo: Lea fu portata in un campo e uccisa prima di essere sciolta nell'acido. Regista dell'operazione conclusasi con la morte della 35enne da cui aveva avuto una figlia, Denise, oggi sotto protezione, viene considerato dalla Dda di Milano l'ex convivente della donna, Carlo Cosco, 41 anni, che voleva costrigerla a riferire cosa avesse dichiarato agli inquirenti come collaboratrice di giustizia, su un omicidio avvenuto nel 1995 a Milano, quello di Antonio Comberiati, il cui responsabile sarebbe stato, secondo la Garofalo, proprio lui. Oltre a Carlo Cosco, nell'ottobre scorso furono altri cinque i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere: i suoi fratelli Giuseppe e Sergio, rispettivamente, di 47 e 42 anni, Carmine Venturino, 33 anni, Rosario Curcio, 35 anni, e Massimo Sabatino, 38 anni, l'unico non petilino, essendo originario di Pagani, in provincia di Salerno, e già coinvolto, insieme a Carlo Cosco, nel tentato rapimento della donna avvenuto a Campobasso e risalente al maggio 2009 (un fatto per cui sabatino, col rito abbreviato, è stato condannato a sei anni mentre per Cosco il processo è stato azzerato). I reati contestati sono aggravati dal favoreggiamento di un'associazione mafiosa. Per tutti le accuse sono di omicidio e distruzione del cadavere. Il solo Giuseppe Cosco deve rispondere anche di possesso e spaccio di cocaina.
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