mercoledì 8 dicembre 2010

Matera, accoltellò la ex. Tornato libero la uccide per strada



MATERA - Stalking mortale ieri sera a Matera. Anna Rosa Fontana, di 38 anni, è stata uccisa a coltellate dall’ex convivente, Paolo Chieco, 53 anni, mentre rientrava a casa in compagnia del figlio maggiorenne. L’uomo è fuggito su un motorino ma è stato rintracciato ed arrestato da agenti già arrestato dagli agenti della Squadra Mobile, che si occupano delle indagini sull’omicidio.

Il fatto è accaduto intorno alle 21, in via Lucana, sulle scale di ingresso di una palazzina di alloggi popolari al civico 333. Una vendetta covata a lungo, tra anni di carcere e tentativi respinti di rimettere in piedi un rapporto sempre difficile e violento. Ma cinque anni fa si disse che il movente passionale non centrasse nulla. Si collegò quell’altro ccoltellamento a una decisione del Tribunale di affidare la figlia, nata dalla relazione tra i due ex conviventi, alla madre. Chieco ferì Anna Rosa Fontana all’addome e alla gola. Anche allora l’episodio ebbe come testimone uno dei due figli, che la donna ebbe dall’ex marito. Chieco tentò di allontanarsi dal luogo dell’aggressione, ma venne poi rintracciato.

Dopo quattro mesi era già ai domiciliari. Un anno dopo, il 7 novembre 2006, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, il giudice per l’udienza preliminare Angelo Onorati accogliendo le tesi accusatorie del pubblico ministero Paola Morelli lo condannò a otto anni e quattro mesi di reclusione per tentato omicidio.

Da allora Chieco aveva scontato la sua condanna in carcere, ma doveva rispettare una misura interdittiva secondo la quale non poteva avvicinarsi alla donna, che nel frattempo aveva continuato a vivere con i tre figli in casa dei genitori.

Ieri sera Anna Rosa Fontana stava rincasando quando sarebbe stata affrontata da Chieco e ferita a morte con un coltello. «Le ha squarciato la gola», diceva un investigatore. L’omicida - come già detto - si quindi è allontanato sul suo scooter, ma è stato rintracciato dalla polizia in casa della della madre.

Sul luogo del delitto, accanto al corpo della donna, c’erano un paio di occhiali, la borsa e due buste di plastica. Il figlio, sotto choc, è stato fatto entrare in un’auto della Squadra Volante. Sulla scena anche gli uomini della Mobile e gli esperti della Polizia scientifica, coordinati dal sostituto procuratore Alessandra Susca. Chi conosceva quella strana coppia aveva più di una volta immaginato che sarebbe finita così. Perché sembra che Chieco, una volta uscito dal carcere, non avesse smesso di perseguitare la donna, che l’avrebbe anche denunciato per molestie dopo essere stata addirittura minacciata di morte, aver subito lesioni personali ed essere stata rinchiusa nella sua abitazione. «È l’autorità che non funziona». Come dire, cronaca di una morte annunciata.

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