mercoledì 15 dicembre 2010

Omicidio a Vittoria: fermato l’avvocato della vittima

Il legale di Giuseppe Licitra, titolare di Radio Centro Vittoria ucciso ieri nella sua auto, si stava occupando delle pratiche di separazione della vittima. Si sospetta movente di natura familiare

 Ragusa. È in stato di fermo perché sospettato di omicidio il legale di Giuseppe Licitra, 44 anni, titolare e dj di successo di Radio Centro Vittoria, trovato ucciso ieri con due colpi di pistola nella sua auto a Vittoria.
L'avvocato confessa l'omicidio del titolare della radio a Vittoria

Il legale della vittima, Francesco Scribano, ha detto di aver agito d'impulso per le lamentele del cliente, insoddisfatto dell'andamento della separazione. Il movente non convince gli inquirenti
 Ha confessato l'assassino di Giuseppe Licitra, 44 anni, il centralinista della polizia municipale di Vittoria e proprietario dell'emittente Radio Centro Vittoria, ucciso ieri con due colpi di pistola nella sua auto. Si tratta dell'avvocato Francesco Scribano, 35 anni, sposato e con due figli.
Gli inquirenti stanno vagliando anche altri elementi, tra i quali il ritrovamento di una bomba a mano, circa due mesi fa, nel piazzale della polizia municipale. L'ordigno sarebbe stato scoperto infatti a pochi centimetri dall'autovettura di Licitra.

L’avvocato, di cui non è stata ancora resa nota l'identità, stava curando le pratiche di separazione di Licitra, sposato e con due figli ed è stato interrogato dal Pm Monica Monego. Secondo i carabinieri, che stanno conducendo le indagini, il movente dell'omicidio sarebbe di natura privata e familiare.

Il professionista, che ha assistito legalmente la vittima nella causa di separazione di cui nei prossimi giorni è attesa la sentenza, nel corso di un interrogatorio ha ammesso di essere il responsabile dell'omicidio. Di fronte al Pm Monica Monego, l'indagato ha detto di avere agito in uno stato d'impeto per le continue lamentele cui il cliente l'avrebbe sottoposto perché insoddisfatto dell'andamento della causa.
Gli inquirenti sono tuttavia molto cauti, anche perché il movente non appare convincente. Lo stesso avvocato ha parlato infatti di generiche rimostranze, sostenendo che non si sarebbe trattato di vere e proprie minacce. Scribano ha ammesso di avere sparato con la pistola calibro 7.65 detenuta regolarmente dal padre, la cui abitazione si trova a poche decine di metri dal luogo in cui è stato scoperto il cadavere di Licitra. I sospetti si sono subito concentrati sul legale perché è stata una delle ultime persone ad avere avuto contatti con la vittima, come segnalato da un testimone. Messo alle strette, il professionista ha confessato.

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