lunedì 13 dicembre 2010

LA REALPOLITIK DEL SERPENTE BANCARIO

Viviamo in un universo che ci è quasi totalmente estraneo e ignoto, eccettuato il

piccolo riquadro, sempre il medesimo, che il nostro minuscolo oblò ci consente di
osservare.

Dell'aria che tira nel biellese ne sanno qualcosa taluni clienti delle filiali bancarie a Biella la quale sitisce di potere senza scrupoli nei confronti di persone più deboli, approfittando in tal senso del gap culturale; questo rappresenta la sirte per
il futuro economico di intere famiglie già incerto per altri motivi, quest'ultimi perciò possono solo refluire l'impenitenza dell'impero bancario.

Un approfondimento effettuato, non certo epiteliale, mi ha condotto nuovamente
verso un'altra realtà: il mondo delle banche, un mondo che abbaglia e deprime, un
mondo dentro il quale si vendono sogni e si comprano incubi e poi il crollo della
Borsa e del portafogli; conseguenza ultima di un capitalismo e di un mercantilismo
integralista decisamente mal gestito e manipolato fino al limite infinito
dell'impossibile, ipostatizzando il denaro, il denaro non più mezzo ma fine, lo scopo
dell'esistenza morale.

Auspicabile sarebbe l'etica dell'informazione, l'espettorante migliore contro il
soffocamento di certe banche; quell'etica che ti pone davanti alla riflessione, la dura
faticosa ascesa alla conoscenza per la sopravvivenza contro le quotidiane fregature e
assistere in futuro al rimbalzo culturale.

Rimane da stabilire di chi è la colpa, se della Banca in sé o se dei funzionari. Questi
ultimi fanno la Banca, perciò è di loro che mi voglio occupare affinché si possa
sanitizzare il sistema in cui essi sono inseriti.

La questione che mi interessa dipanare ha investito la succitata filiale della vicenda
mutui e prestiti. Si sospettano vizi di trasparenza nei contratti, violazione della
privacy ipso facto, nonché inosservanza del Testo Unico sulle disposizioni bancarie.

Questo consentirebbe un uso criminale di strumenti bancari, di fatto armi finanziarie,
nell'esercizio del credito nei confronti dei clienti all'interno del sistema creditizio. A
sbloccare questa situazione parassitaria, sarà la trasparenza e la chiarezza su questi
fatti troppo stanchi, torbidi e persistenti, igniminiosi e stucchevoli. Pare un dvd che si
ripete, pare (forse, per qualcuno) blasfemo denunciare una banca che non è capace di
rispettare le norme di trasparenza, ma non bisogna avere paura di far valere i propri
diritti perché la Legge tutela il cliente e il cliente ha il dovere di farsi rispettare come
persona e come cliente, sempre.

Si richiama il caso di liquidità ottenuta attraverso bonifici, testimoniata da
documentazione contabile, che risulterebbero non essere stati mai effettuati, come
fosse un default, l'azzeramento di un bonifico. A quante altre persone sarà accaduto?
Uno, due, cento...

Dove vanno a finire tutti questi soldi se non risultano da nessuna parte? In Svizzera o
in qualche altro conto corrente coperto, criptato all'estero? Investiti in mercati
sporchi? Non mi aspetta una risposta ma la pretendo.

A questo fatto si deve aggiungere la presunta complicità e la presunta collusione di
una società che effettua il recupero del credito di nome CSS sito in provincia di
Cuneo: la banca che si appoggia a un'agenzia esterna all'intreccio bancario?

Pare un saccheggio, una tentata estorsione, una ricaduta anatocista (vietata dall'art.
1283 del Codice civile); una condotta dei funzionari penalmente rilevante, nascosta
dietro l'aspetto esterno ossequioso e legale. Tale comportamento dovrebbe essere
immediatamente segnalato e sanzionato adottando, se necessario, il licenziamento.

Li consideriamo ospiti non graditi solo quando abbiamo l'assoluta certezza di aver
adempiuto ai nostri doveri contrattuali derivanti dal rapporto obbligatorio.

Per la banca i clienti non sono persone ma sono numeri, sono delle pratiche, sono
delle cose insieme alle altre cose. Dunque, più credibilità che credito affinché
l'affidabilità creditizia dimostrata dal cliente possa essere fondata su un rapporto equo
e giusto (nel senso latino del termine) dalla controparte, rispettando in tal modo il
principio di reciprocazione e trasparenza bancaria in virtù del fatto che solo attraverso
una politica basata sul risparmio, l'economia può crescere e con essa il nostro tesoro
chiamato Italia: i nostri padri, i nostri figli.
Infine, voglio solo ricordare che quello che ho riportato non ha lo scopo di attaccare
la banca ma solo quello di informare sui fatti.

Monica Vaccari

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