mercoledì 29 dicembre 2010

Brindisi, boss pentito inguaia clan della Scu I 28 nomi

Le dichiarazioni di un pentito - il mesagnese Ercole Penna - sono state più che sufficienti a far scattare ieri mattina un’imponente operazione che ha portato al fermo di 28 esponenti di spicco della Sacra Corona Unita.

Associazione di stampo mafioso è il reato sinora ipotizzato, in attesa che le successive indagini possano far emergere ulteriori responsabilità in attività criminose. Dieci di essi (fra i quali Antonio Vitale, Salvatore Buccarella e Massimo Pasimeni) hanno ricevuto la notifica in carcere in quanto detenuti per altri reati; dei restanti 18, in 5 sono riusciti a fuggire prima del blitz, altri 2 erano già latitanti da tempo, mentre in 11 sono stati condotti in carcere, in attesa della convalida del fermo.


L’operazione è stata diretta dalla Procura distrettuale antimafia di Lecce (nelle persone del Procuratore Cataldo Motta e del pm Alberto Santacatterina) e condotta dalla Squadra Mobile di Brindisi e dal Commissariato di Mesagne. Ben 200 i poliziotti impegnati nel blitz (denominato «Last minute», in quanto effettuato in tempi rapidissimi per scongiurare fughe o inquinamento di prove) con l’ausilio di unità cinofile e pattuglie in elicottero.

Notificati anche i primi decreti di sequestro preventivo dei beni patrimoniali (fra cui un autosalone a Brindisi) utilizzati per reinvestire il denaro incassato con attività illecite. Con questa operazione (definita dal questore Vincenzo Carella «come la più importante degli ultimi dieci anni contro la criminalità organizzata nel Brindisino»), la Procura ritiene di aver inferto un colpo durissimo all’organizzazione mafiosa. Ma ha anche dato una risposta efficace all’escalation di omicidi avvenuti di recente in provincia. Nel giorno, peraltro, in cui si è tenuto a Francavilla Fontana il vertice coordinato dal Sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano.

ECCO "CHI" E' ERCOLE PENNA

Ercole Penna non è un «collaboratore» qualsiasi: è un «capo». «Il 9 novembre 2010 Ercole Penna - si legge nel provvedimento - manifestava la volontà di collaborare con la giustizia, volontà che ribadiva il 20 novembre al procuratore della Repubblica di Lecce in un primo interrogatorio nel carcere di Monza ove è tuttora detenuto, cui seguivano altri tre interrogatori (30 novembre, 1 e 15 dicembre) nel corso dei quali Penna ricostruiva vicende che avevano connotato la sua lunga militanza nella Scu, cui era stato affiliato non ancora maggiorenne, con episodi dei quali era stato protagonista (tra questi ammetteva di aver commesso l’omicidio di Ezio Pasimeni) oltre a vicende delle quali era a conoscenza proprio in virtù del lungo periodo vissuto nell’associazione».

«La mole delle sue conoscenze è tale che i 4 interrogatori, durati 25 ore, non sono stati sufficienti a fargli riferire tutte le informazioni possedute (nel corso di quello del 1° dicembre ha consegnato un bloc-notes nel quale aveva annotato i suoi ricordi, composto da ben 42 fogli)». Un capo? «Quando uso l’aggettivo “nostro” faccio riferimento al gruppo capeggiato da me, Pasimeni Massimo, Vitale Antonio e Vicientino Daniele ed ai nostri affiliati - dice il mesagnese -. Posso dire che noi 4 siamo “sullo stesso piano”, al vertice dell’associazione e godiamo di poteri equivalenti».

(Il collaboratore di giustizia Penna Ercole Giuseppe, nato a Mesagne classe 1974 - foto Maurizio Matulli)
 
di PIERLUIGI POTÌ
 
I 28 fermati sospettati di appartenere alla Scu


I destinatari dei provvedimenti di fermo di polizia giudiziaria sono, dunque, complessivamente 28. Di essi, 10 sono detenuti in carcere. Si tratta di Martino Barletta (37 anni di Ceglie Messapica, ma residente a Villa Castelli), Salvatore Buccarella (51 anni di Brindisi), Sandro Campana (35 anni di Mesagne), Domenico D’Agnano (42 anni di Carovigno, ma residente a San Pietro Vernotico), Pasquale D’Errico (66 anni di Latiano), Franco Locorotondo (36 anni di Mesagne), Andrea Pagliara (26 anni di Mesagne), Massimo Pasimeni (42 anni di Mesagne), Raffaele Renna (31 anni di Mesagne, ma residente a San Pietro Vernotico) e Antonio Vitale (42 anni di Mesagne). La notifica del fermo è, invece, andata a buon fine nei confronti di 11 soggetti: Lucio Annis (40 anni di San Pietro Vernotico), Angelo Buccarella (32 anni di Mesagne, ma residente a Tuturano), Antonia Caliandro (54 anni di Latiano, ma residente a Tuturano, moglie di Salvatore Buccarella), Giancarlo Capobianco (47 anni di Francavilla Fontana), Salvatore Capuano (41 anni di Francavilla Fontana), Antonello Raffaele Gravina (42 anni di Mesagne), Francesco Gravina (51 anni di Mesagne), Benito Leo (51 anni di Brindisi), Cosimo Leto (57 anni di Brindisi), Cosimo Nigro (39 anni di Tuturano) e Elia Pati (35 anni di Mesagne, ma residente a Tuturano). Dei sette che sono sfuggiti al fermo, due (Francesco Campana e Daniele Vicientino) sono latitanti da tempo, mentre cinque - Oronzo De Nitto (35enne di Mesagne), Vito Antonio D’Errico (42enne di Latiano), Antonio Centonze (42enne di Brindisi), Gaetano Leo (45enne di Francavilla) e Alessandro Monteforte (36enne di san Pietro) - erano già spariti al momento del blitz.

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