lunedì 27 dicembre 2010

Strage in una masseria a Scaliti di Filandari: uccisi padre e 4 figli


Famiglia sterminata a Vibo Valentia

Cinque morti nell'agguato in masseria
Una strage che al momento pare collegata a problemi di rapporti di vicinato ha letteralmente annientato una famiglia. Padre e 4 figli sono stati uccisi a colpi di pistola a Scaliti di Filandari




Un uomo e i quattro figli uccisi a colpi di pistola per un terreno il killer si consegna ai carabinieri

VIBO VALENTIA

Una strage con cinque persone ammazzate, padre e quattro figli, e, al momento, un unico responsabile che si è presentato ai carabinieri confessando le sue responsabilità.

Hanno avuto una svolta clamorosa nella tarda serata le indagini sullo sterminio di una famiglia di allevatori in una masseria in contrada Scaliti di Filandari, un piccolo centro del Vibonese. Le vittime sono Domenico Fontana, di 61 anni, ed i suoi quattro figli, Pasquale, di 37, Pietro, di 36, Emilio, di 32, e Giovanni, di 19.

In serata, dopo che i carabinieri avevano anche sentito un testimone oculare, un romeno che collaborava con la famiglia Fontana, si è presentato nella caserma dell’ Arma un uomo di 42 anni, Ercole Vangeli, riferendo di essere stato lui a compiere la strage senza l’aiuto di nessuno. Un racconto che, però, è ancora al vaglio del pm della Procura di Vibo Valentia, Michele Sirgiovanni, perchè ritenuto poco credibile su merito, particolare e dinamica della strage. Secondo i carabinieri, infatti, ad agire sarebbero state almeno due persone perchè per uccidere Domenico Fontana e i quattro figli sono state usate due pistole diverse, una calibro 9 ed una calibro 7.65. Ed anche perchè tre delle vittime sono state uccise nello spiazzo antistante la masseria e altre due all’interno di un ovile situato sull’altro lato dello spiazzo.

 
Le persone uccise avevano precedenti penali a vario titolo, tra cui la coltivazione a fine di spaccio di canapa indiana ed estorsione. Ad armare la mano di Vangeli, titolare di una ditta di serramenti e descritto da tutti come una persona tranquilla e dedita alla famiglia ed al lavoro, sarebbero stati contrasti con la famiglia Fontana provocati da questioni d’ interesse legate alla proprietà di un terreno.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Ercole Vangeli ed il suo presunto complice sono arrivati nel tardo pomeriggio nella masseria dei Fontana senza dare dell’occhio oppure approfittando del fatto di essere conosciuti dalle vittime. E quando sono stati abbastanza vicini hanno fatto fuoco. Domenico Fontana è stato ucciso nello spiazzo antistante la masseria insieme a due dei figli. Gli altri due sono stati sorpresi dagli assassini nel grande ovile posto dall’altro lato del piazzale. Emilio Fontana non è morto subito. Il suo fisico ha retto più di quello dei fratelli e del padre. Ma quando l’ambulanza che l’ha soccorso stava per partire, anche lui ha ceduto. Nelle vicinanze, nel momento della strage, si trovava anche la moglie di Domenico Fontana, impegnata in lavori agricoli. La donna, però, non ha visto nulla.

Dopo la strage, sulla masseria, che domina una vallata in fondo alla quale si vedono le luci di Mileto, è piombata l’oscurità più totale, rotta solo dai fari delle auto dei carabinieri lasciati accesi ad illuminare i tre corpi riversi nello spiazzo e consentire al personale della scientifica di repertare tutti gli elementi che potrebbero tornare utili alle indagini.

Resta il dato di una strage così efferata messa in atto non per un movente di ’ndrangheta o criminalità, come avviene il più delle volte in casi del genere, ma per una banale questione d’interessi terrieri.

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