BARI – Una banda di narcotrafficanti ecuadoregni con a capo una donna, che operava nell’hinterland milanese e riforniva di cocaina anche il mercato degli stupefacenti del Sud Italia, è stata sgominata in provincia di Monza da militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bari. I finanzieri hanno sequestrato complessivamente 19 chili di droga, 600.000 euro e 125.000 dollari. La banda importava in Italia dalla Spagna e dal Sudamerica ingenti quantitativi di cocaina da piazzare in tutta la Penisola.
L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari ha portato in carcere sei persone di nazionalità ecuadoregna tutte con regolare permesso di soggiorno. Era stata avviata nel giugno scorso, quando una pattuglia di finanzieri bloccò all’uscita autostradale di Modugno una insospettabile coppia di corrieri di droga, residenti in provincia di Pavia, con in auto 50 chili di eroina di tipo “brown sugar”.
Quello fu il secondo sequestro di eroina per quantità operato in Italia nel corso del 2010: il primo, di 105 chili, è stato fatto sempre dalla guardia di finanza nel Porto di Bari nel marzo scorso.
Da quell'episodio i finanzieri hanno ricostruito un ingente traffico di sostanze stupefacenti che ha portato al gruppo degli ecuadoregni guidato da Juana Lastenia Castillo Jaya, 30 anni, referente in Italia della cellula sudamericana. La donna aveva creato un’attività di copertura con un’impresa di import-export di mobili per ufficio (porta computer, in modo particolare). Ogni carico, però, serviva a trasportare in Italia anche 200 chili di droga. Lo scorso novembre un carico di legno, imputabile alla donna, è stato bloccato dalle forze di polizia locale durante le operazioni di imbarco all’aeroporto di Quito (Ecuador): tra le tavole era nascosta una tonnellata di cocaina.
Quando i finanzieri baresi hanno fatto irruzione nell’appartamento in provincia di Monza che era la base operativa del gruppo, Castillo Jaya era in compagnia di un’altra donna e quattro uomini. In casa vi erano 19 chili di cocaina, che se messa in commercio avrebbe fruttato ai narcotrafficanti quasi due milioni di euro. In una valigia da viaggio nascosta nell’armadio, poi, sono stati trovati in contanti 600mila euro e 125mila dollari.
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