sabato 18 dicembre 2010

Le ombre di un'esecuzione fanno tremare Sanremo

Ammazzato come un boss della 'ndrangheta: e la città teme un'escalation




Ha squarciato una lunga incredulità il lampo, rapido e unico, di una rivoltellata che ha ucciso un ragazzo di 21 anni in un negozio di frutta e verdura, alle quattro e venti del pomeriggio, mentre i bambini uscivano dalla scuola elementare De Amicis. Qui erano consuetudine le «svampate» - locali pubblici che diventano fiamme e brace - e in questo Ponente ci si stava facendo la bocca agli arpioni della ‘ndrangheta su potere politico, appalti e giochi. La rivoltellata, il lampo tra la folla, ha generato un’eco: se si sparano così, in mezzo a noi, allora si rischia tutti, non è più soltanto affar loro. Esecuzione è stata, ma i contorni nei quali chiuderla sono un disegno ancora per strada. Forse un regolamento personale è sbandato, ha sbagliato palco, forse - dice il fermato - il teatro è più grande.

Ucciso è Giovanni Isolani, ventunenne nato a Sapri (Salerno), residente a Praia a Mare (Cosenza), incensurato. Arrestato nella notte di ieri è Nicola Trazza, 25 anni, della stessa cittadina, già denunciato per stupefacenti, sottoposto a divieto d’accesso allo stadio. L’indagine svela amicizia tra i due, tanto che a Sanremo Trazza e la madre ospitavano nel condominio-dormitorio moderno alle spalle della Città vecchia, Isolani, salito «in cerca di lavoro», con la fidanzata sedicenne. Stanno tutti insieme. Che succede? Gelosia e delitto d’impeto, è il primo pensiero. Ma logica vorrebbe che Isolani ammazzi un Trazza che ci prova, non il contrario. Questa soluzione rassicurerebbe una vasta area che vive con sempre maggior coscienza la raffinata garrota della criminalità organizzata calabrese e, qua e là, della Campania o, con ruolo gregario, d’Albania.

Ma l’arrestato nega e fornisce, in alternativa, una ricostruzione che disegna un killer, un terzo che, se esiste, potrebbe perfino aver sbagliato obiettivo, cercando il primo salito al nord e non il più giovane rincorso nel negozio. Per l’errore non si sarebbe curato di finirlo con un colpo in testa. All’avvocato Luigi Patrone Trazza dice: «Se volevo ammazzare un amico lo inseguivo in un negozio? O me lo portavo in un pezzo di città vecchia?». Obiezione: quando si litiga si spara d’impeto. Risposta: e per impeto dici con calma a un commesso di uscire e spari un unico colpo? E’ proprio la difesa del fermato a dar carburante all’inquietudine: «Eravamo in piazza Colombo, poi con il Vespino siamo andati a far spese. Ho notato una moto con due con il casco, ci seguivano. L’ho detto a Giovanni. Ci siamo divisi, lui è rientrato nel negozio, io sono tornato a casa».

Isolani entra tra le cassette di verdura, di fronte a un ufficio postale, sulla via Aurelia che porta fuori Sanremo, direzione Genova. Arriva un’altra persona, giubbotto forse rosso e sciarpa in viso, dice al commesso Andrea Benedetto: «Ti conviene farti da parte». Benedetto vede la pistola ed esce. Un colpo solo calibro 6,35 perfora un polmone e arriva al cuore del giovane. Trazza è bloccato a casa della madre. Se giallo era, pare giallo risolto. Ma resta il movente e resta un quesito: che ci facevano qui un giovane che già aveva incontrato la giustizia per droga e disordini da stadio e un più giovane incensurato? E’ questa l’inquietudine: il lampo nell’ortofrutta, se anche non pare un’esecuzione per ordine superiore (un colpo di grazia alla testa garantisce il «lavoro ben fatto» e ha valore simbolico), non per questo appare meno grave.

Se tra i due erano emersi screzi per affari non leciti, allora significherebbe che spicchi, frange, improvvisati neofiti vengono ad occupare buchi vuoti lasciati da una criminalità organizzata che punta sempre più al lavoro sporco in maniera pulita: politica, cantieri, appalti. Che qualcosa si muova lo dimostra un’operazione di inizio mese: a Bordighera quattro giovani tra i 24 e i 28 anni, due coppie di fratelli, bloccati in un appartamento - operazione congiunta con la Procura di Firenze - con una pistola con matricola abrasa: arrivati da Taurianova ma caduti dal cielo come mister Bean, senza aerei o auto o bancomat o carte di credito alle spalle. Un «possibile gruppo di fuoco» li ha definiti il Procuratore della Repubblica Roberto Cavallone, che ha rimarcato come in questo estremo Ponente ci siano troppe armi senza controllo.

Spesso fornite da una criminalità albanese che lascia il dettaglio della droga ai maghrebini ma fa affari con le ragazze. E’ una strana città turistica questa Sanremo - e i suoi dintorni - dove, oltre ai fiori e a un Casinò appannato, non ci sono discoteche ma prosperano i night, con un continuo e vorticoso giro di ragazze che passano da qui a Roma, da qui a Milano e viceversa, talora con promesse di diventare pornostar, in realtà soltanto per cambiare aria per un po’, soprattutto quando tentano di farsi clienti fuori dal pattuito. E fortunate se restano vive.

MARCO NEIROTTI

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