Secondo l'Agenzia delle entrate è inefficace lo scudo fiscale di cui l'industriale si era avvalso
ROMA (22 dicembre) - Tre miliardi e rotti. A tanto ammonta la somma chiesta dall'Agenzia delle Entrate della Toscana ad Alberto Aleotti, 87 anni, patron dell'industria farmaceutica Menarini. Nell'atto di notifica si elencano i rilievi emersi da verifiche fatte sul patrimonio personale di Aleotti (non sull'azienda di cui è titolare), dopo un'inchiesta della procura di Firenze per truffa allo Stato e frode fiscale sui titolari e i dirigenti della Menarini.
L'Agenzia delle Entrate ha quantificato la somma di oltre 3 miliardi di euro tra recupero di imposte non versate, sanzioni e relativi interessi. Il patron della Menarini ha un mese di tempo per aderire alle contestazioni mossegli e poter ottenere una riduzione delle sanzioni fiscali o di pagare a rate quanto dovuto.
Scudo fiscale inefficace. Nella verifica dell'ufficio antifrodi dell'Agenzia delle Entrate sarebbe stato ritenuto “inefficace”, poichè non ci sarebbero stati i requisiti per avvalersene, lo scudo fiscale con cui Aleotti fece rientrare dall'estero (Panama e Liechtenstein) un capitale complessivo di 1 miliardo di euro nel 2003.
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