C'è anche un movente passionale dietro l’omicidio del pregiudicato Giovanni Villella, ucciso il 4 giugno scorso a Lamezia
Tre persone sono state sottoposte a fermo dalla polizia per l’omicidio di Giovanni Villella (in foto), compiuto il 4 giugno scorso a Lamezia, tra le quali la moglie della vittima, Jennifer Pina, di 29 anni, che secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Commissariato di Lamezia della polizia, era stanca delle violenze subite dal marito. La donna infatti, in passato, sarebbe stata picchiata più volte dal marito, e proprio per questo motivo nel 2010 era andata a vivere per cinque mesi in una casa famiglia. Inoltre aveva allacciato una relazione con uno dei suoi amici, Giovanni Giampà, 41 anni, che secondo l’accusa, avrebbe attirato Villella in un tranello fissando un appuntamento in una zona di campagna. Quando Villella si è presentato all'incontro ci sarebbe stato anche Michele Dattilo, 66 anni, che avrebbe materialmente sparato contro di lui. Al movente passionale, secondo gli investigatori, si sarebbero poi sommati motivi di interesse, visto che Dattilo, negli ultimi tempi, aveva avuto dei contrasti con la vittima in relazione ad alcuni presunti traffici illeciti. Ai tre gli investigatori sono risaliti partendo dalle contraddizioni dei loro racconti subito dopo il delitto. Quindi, incrociando i dati del traffico telefonico, sono giunti alla conclusione che ad uccidere Villella sarebbero stati la moglie ed i due uomini. Villella, prima di essere ucciso, è stato inseguito per alcuni metri dal suo assassino che poi ha sparato quattro colpi di fucile che lo hanno raggiunto alla testa, al torace ed alle spalle. La Procura, sulla base dell’informativa fatta dal Commissariato di Lamezia, ha poi emesso i provvedimenti di fermo, eseguiti stamani.
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