NAPOLI - Una prima coi fiocchi: la maggioranza di Luigi de Magistris chiude in pochi minuti e in solo due votazioni la partita del presidente dell’Assemblea: va a Raimondo Pasquino, il rettore dell’università di Salerno candidato del Terzo polo vicino all’Udc e quella dei due vicepresidenti Fulvio Frezza dell’Idv ed Elena Coccia della Federazione della sinistra.
Il Pd non ha partecipato alla votazione dei vice (il primo strappo?) ma nonostante questo tutto è filato liscio. Lontane anni luce le estenuanti trattative della passata sindacatura per l’assegnazione di qualsiasi poltrona. L’effetto de Magistris, che ha tenuto un discorso di alto profilo politico ma anche molto concreto, è anche questo: le cose si annunciano ma soprattutto si fanno.
Procediamo con ordine. Per la prima volta dal 1993 la presidenza va a un esponente politico non della maggioranza. Pasquino incassa gli auguri di Pier Ferdinando Casini: «Buon lavoro a Pasquino per il ruolo istituzionale di grande importanza che è stato chiamato a ricoprire da un’ampia maggioranza di consiglieri comunali. Aver scelto un esponente dell’opposizione, già candidato del Terzo Polo alle amministrative, per la guida del consiglio comunale è un primo significativo segnale di quella distensione tra le parti politiche che si rende necessaria per affrontare seriamente gli enormi problemi di Napoli e dei napoletani» il messaggio del leader dell’Udc. Napoli dunque sempre più laboratorio politico.
Vista dall’altra parte della barricata, nel centrodestra, dove come promesso è venuto in aula anche Gianni Lettieri con il piglio di leader, le cose non stanno proprio così. «Un atto di forza del sindaco - dice l’industriale - si comincia male». Il coordinatore cittadino Marcello Taglialatela se la prende con l’Udc: «Un errore consumato grazie alla miopia politica del Terzo Polo che, assicurando a Pasquino l’elezione alla presidenza ha determinato una scelta di campo precisa non in sintonia con le attese dei moderati».
Secca la replica di Sommese: «L’elezione del professor Pasquino rappresenta una scelta di garanzia per il ruolo e le funzioni della massima assise cittadina. l’Udc, in coerenza col mandato elettorale, rappresenterà una autentica forza di opposizione».
Il Pdl al di là delle scaramucce si spacca. 10 consiglieri divisi in 4 gruppi: il Pdl Napoli che conta su 4 consiglieri, il Pdl su 3; Liberi con il sud con Lettieri e Iniziativa Responsabile la Discussione che si rifà a Gianpiero Catone.
Capitolo sindaco, il più corposo, perché de Magistris ha illustrato il suo programma che punta tutto sulla normalità. Tante cose che si possono fare a costo quasi zero ma che rappresenterebbero una vera rivoluzione. «Nei prossimi giorni - dice il sindaco - ci saranno provvedimenti molto importanti, il primo è la forte riduzione se non per esigenze di servizio delle auto assegnate agli assessori non avranno più le cosiddette auto blu ma avranno, se vogliono un motorino elettrico, altrimenti vengono con i mezzi pubblici in ufficio».
E ancora: «Ci sarà una forte riduzione degli incarichi esterni dirigenziali che sono stati assegnati in questi anni perché io ho detto sin dall’inizio che voglio valorizzare al massimo le competenze all’interno del Comune. Quindi una grande razionalizzazione degli incarichi, quelli che sono necessari verranno confermati, quelli che non sono necessari e ce ne sono, verranno tagliati perché noi dobbiamo risparmiare denaro pubblico».
Sulla cosiddetta quotidianità: «Stiamo lavorando perché nelle prossime settimane ci sia un cambiamento fortissimo nell’immagine, nel decoro e nella dignità delle persone per quello che sono tre punti strategici di questa città: Piazza Garibaldi, Corso Umberto e Via Toledo il che non significa fare come ha fatto il Sindaco di Roma o altri politici della nostra Nazione di marginalizzare venditori ambulanti, ma dare loro mercati veri. Napoli non può avere come porta della città Piazza Garibaldi ridotta in quella situazione».
Sui grandi progetti in sospeso: «A Bagnoli dovremo rivedere tutto, non costruire più case ma dare spazio alla green economy. E lo stesso vale per Napoli est».
Luigi Roano
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