giovedì 23 giugno 2011

Due anni e due mesi a Giampaolo Tarantini

BARI – Due e anni e due mesi di reclusione. Questa l'entità della condanna per Giampaolo Tarantini nel processo con rito abbreviato per detenzione e cessione di droga durante i coca party dell’estate 2008. La Procura di Bari aveva chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per l'imprenditore barese, balzato all’onore delle cronache per le escort, tra cui Patrizia D’Addario, e le ragazze immagine inviate a feste organizzate nelle residenze private del premier Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2009. Per queste ultime vicende Tarantini è indagato da tempo dalla procura di Bari per favoreggiamento della prostituzione. Il 21 aprile scorso il gup di Bari, Marco Guida, ritenendo la pena non congrua, aveva rigettato la richiesta di patteggiamento a due anni e sei mesi di reclusione proposta da accusa e difesa.


Tarantini era presente in aula durante l’udienza (celebrata a porte chiuse) e ha reso dichiarazioni spontanee. Ha raggiunto il tribunale intorno alle 8.30 e l’ha lasciato, in attesa della lettura del dispositivo, a bordo di un’auto di grossa cilindrata con i vetri oscurati, accompagnato dal suo legale, Nicola Quaranta.

Nella stessa inchiesta sono indagate altre cinque persone nei confronti delle quali sono già stati ratificati due patteggiamenti ed emesse due sentenze di condanna con rito abbreviato.

Hanno patteggiato tre anni di reclusione il presunto spacciatore Nico De Palma (l'unico dei sei indagati a non essere mai stato arrestato per queste vicende); e un anno e otto mesi, pena sospesa, il presunto pusher Onofrio Spilotros. Condanne superiori alle richieste dell’accusa, per Alessandro Mannarini e Massimiliano Verdoscia, due dei 'tre moschettierì, come la stampa ha ribattezzato il trio di cui faceva parte anche Tarantini, condannati in abbreviato a quattro anni e quattro mesi di reclusione ciascuno. Stralciata, infine, la posizione del presunto pusher Stefano Iacovelli, per un errore nel capo d’imputazione. Gli atti sono tornati al pm che dovrà riformulare la richiesta di giudizio immediato. Per Iacovelli l'accusa aveva chiesto una condanna a due anni e otto mesi.

Secondo i pm Eugenia Pontassuglia, Giuseppe Scelsi e Ciro Angelillis, Tarantini (che ha collaborato alle indagini) ha acquistato da De Palma e ceduto dosi di cocaina agli ospiti dei coca party che ha organizzato nelle sue case di Giovinazzo (Bari) e in Sardegna; Mannarini è accusato di aver preso una parte dello stupefacente e di averlo trasportato da Bari in Costa Smeralda; Verdoscia di aver acquistato da Iacovelli cocaina e di averla distribuita a suoi amici durante alcune feste; Spilotros di aver venduto a Tarantini droga sintetica.

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