Blitz di carabinieri e Dia. Sgominate le cosche dei barcellonesi e dei mazzarroti. Ci sono anche tre ricercati
MESSINA. Carabinieri e Dia hanno sgominato due importanti cosche mafiose del messinese quelle dei barcellonesi e quella dei mazzarroti che gestivano attività illecite nelle zona tirrenica di Messina, tra cui estorsioni e gioco d'azzardo e pilotavano appalti pubblici. Sono stati notificati 24 ordini di custodia cautelare mentre tre persone sono ricercate.
I clan si infiltravano negli appalti mediante l'imposizione di servizi e forniture di conglomerati cementizi, tra le quali le opere per la riqualificazione del lungomare di Ponente di Milazzo e la metanizzazione in alcune aree del Messinese. I provvedimenti giudiziari si legano a una vasta indagine condotta su Cosa Nostra messinese, avviata dopo la recente collaborazione con la giustizia di esponenti del clan mafioso dei barcellonesi e cioé Carmelo Bisognano, Santo Gullo, Teresa Truscello e quella di Alfio Giuseppe Castro, ritenuto il referente dei clan mafiosi di Catania per la provincia di Messina.
Durante l'attività investigativa, nei mesi scorsi era stato anche individuato sulle colline di Mazzarrà Sant'Andrea un "cimitero di mafia", dov'erano affiorati i resti di quattro persone uccise durante la guerra tra i clan. Il sequestro di beni effettuato oggi di quasi 150 mln di euro è stato eseguito, tra gli altri, nei confronti di Giovanni Rao e Giuseppe Isgrò, considerati come il braccio dei clan infilitrato nelle società Cep, Icem, Agecop e Ccp, interessate al raddoppio ferroviario della tratta Messina - Patti. La misura patrimoniale ha colpito anche Filippo Barresi, Salvatore Di Salvo ed Salvatore Ofria, e gli imprenditori Mario Aquilia e Francesco Scirocco che si sarebbero prestati al sistema di turbative d'asta per il controllo mafioso degli appalti pubblici banditi nell'ultimo decennio in Sicilia.
Blitz antimafia nel Messinese, ecco gli arrestati
MESSINA. Gli arrestati stamani dai carabinieri e dalla Dia nelle operazioni Gotha e Pozzo II sono Mario Aquilia, 42 anni, Concetto Bucceri,64 anni, Salvatore Calcò Labruzzo, 59 anni, Francesco Cambria, 61 anni, l'albanese Zamir Dajcaj, 38 anni, Salvatore Di Salvo, 46 anni, Enrico Fumia, 45 anni, Carmelo Giambò, 40 anni, Giuseppe Isgrò, 46 anni, Giuseppe Roberto Mandanici, 48 anni, Nicola Munafò 43 anni, Salvatore Ofria, 47 anni, Angelo Porcino, 55 anni, Giovanni Rao, 50 anni, Francesco Scirocco, 46 anni, Maurizio Trifirò, 32 anni, Francesco D'Amico, 33 anni, Ottavio Imbesi, 40 anni. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Tindaro Calabrese, 38 anni, Nicola Cannone, 46 anni, Vito Carmelo Foti, 44 anni, Francesco Ignazzitto, 52 anni, Francesco Carmelo Messina, 64 anni e Salvatore Puglisi, 56 anni. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, porto e detenzione abusiva di armi, intestazione fittizia di beni e altri reati, tutti aggravati dalla modalità mafiosa.
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