martedì 15 marzo 2011

Casalesi, sequestrati beni per 100 milioni

In manette boss-imprenditore del clan Maroni: «Clan pesantemente colpito al cuore»
Alfano: «È questa la vera antimafia dei fatti»



NAPOLI - La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha eseguito un decreto di sequestro beni nel basso Lazio ad esponenti del clan camorristico dei Casalesi per oltre 100 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Frosinone a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della Dia, generale Antonio Girone.


Dalle indagini della DIA - che hanno consentito oggi di sequestrare ad un clan del basso Lazio contiguo ai «Casalesi» 17 società, 2 ditte individuali, 31 fabbricati, 14 terreni, 16 autovetture e 118 rapporti finanziari - è emerso il ruolo di alto profilo svolto da uno degli arrestati, Gennaro De Angelis, fondatore di un gruppo criminale proprio e indipendente definito «deangelisiano».

Grazie alla sue capacità imprenditoriali e di intermediazione bancaria, De Angelis svolgeva all'interno del clan in qualità di incaricato dal boss Francesco Schiavone operando investimenti in Italia e all'estero dei capitali illecitamente accumulati dall'organizzazione criminale. Dal 1970, infatti, De Angelis ha rappresentato, per lungo tempo, un punto di riferimento di «Casalesi» fino a diventarne «caporegime», prima nell'organizzazione camorristica facente capo ad Antonio Bardellino e, dopo la scissione, nel gruppo camorristico capeggiato da Francesco Schiavone, detto «Sandokan», del quale è parente.

Il boss De Angelis gestiva nella sua zona di competenza, il basso Lazio, estorsioni, truffe, riciclaggio, ricettazione e, soprattutto, importazione da altri Paesi dell'Unione Europea di autovetture, evadendo l'Iva. Per un periodo ha svolto anche la funzione di «procacciatore» e «fornitore di armi» al clan dei Casalesi durante la storica guerra intestina che ha visto contrapposti i casalesi di «Sandokan» ai «bardelliniani».

De Angelis ha partecipato alle attività estorsive nella zona di influenza attraverso l'indicazione al clan, quali obiettivi contro cui destinare le richieste estorsive, delle attività economiche più fiorenti nel territorio sud pontino.

«L'operazione condotta dalla Dia di Napoli è di grande importanza. Oggi il clan dei Casalesi viene pesantemente colpito al cuore dei propri interessi patrimoniali, anche al di fuori del territorio campano. L'aggressione ai patrimoni mafiosi è un elemento caratterizzante e punto di forza della politica della sicurezza del governo». Lo afferma, in una nota, il ministro del'Interno, Roberto Maroni. Il ministro si è congratulato con il Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli.

«È davvero un'ottima notizia quella del sequestro di beni al clan dei Casalesi per un valore di oltre 100 milioni di euro. Il più ingente sequestro di beni illecitamente accumulati al di fuori della Campania». Lo afferma, in una nota, il Guardasigilli Angelino Alfano, commentando con soddisfazione l'operazione della Dia di Napoli denominata «Verde Bottiglia».

«L'operazione - continua il Guardasigilli - è l'ennesimo colpo inferto alla camorra che lo Stato, in sinergia con la magistratura e le forze di polizia, assesta in modo continuativo dall'inizio di questa legislatura. Quello che è avvenuto oggi è la dimostrazione che la cultura delle misure di prevenzione si sta diffondendo anche al di là delle regioni storicamente afflitte dalla camorra. È questa la vera antimafia dei fatti».

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