giovedì 10 marzo 2011

Legami 'ndrangheta-politica, sciolto il consiglio comunale di Bordighera

La decisione del Cdm



Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il consiglio comunale di Bordighera, su proposta del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per infiltrazioni mafiose. La richiesta era stata avanzata l’estate scorsa dai carabinieri, che avevano compilato un dossier, dal quale emergeva l’ipotesi di un collegamento tra alcuni politici e la malavita organizzata. A far scattare le indagini erano state le minacce, per ora ancora presunte, rivolte da alcuni personaggi agli ex assessori Marco Sferrazza e Ugo Ingenito. A fronte di quel dossier, viene nominata una commissione ispettiva, che dopo quattro mesi ha consegnato al prefetto di Imperia Francescopaolo Di Menna una relazione. Il rappresentante di governo, a sua volta, ha realizzato un’altra relazione, che ha mandato al ministro Maroni.

La decisione del ministro dell’ Interno è arrivata al termine di una vicenda giudiziaria culminata la scorsa estate con l’arresto di otto imprenditori, membri di alcune famiglie di origine calabrese (Pellegrino, Valente, De Marte, Barilaro) alcuni dei quali ritenuti ’contigui' alla ’ndrangheta. Dalle indagini svolte dai carabinieri del Comando Provinciale di Imperia erano emerse tra l’altro pressioni sul sindaco e su alcuni assessori per ottenere l’apertura di una sala giochi ed altri favori. Era stata quindi consegnata una informativa al prefetto Francesco Paolo Di Menna con l’ipotesi di scioglimento del Consiglio Comunale per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso. Il sindaco Giovanni Bosio si è sempre difeso affermando che nè lui nè la giunta erano a conoscenza dei fatti indicati nelle indagini.

«Sono amareggiata e delusa per la mia città, ma è una cosa che doveva essere fatta». È il primo commento di Donatella Albano (Pd), consigliera comunale di opposizione di Bordighera, alla notizia dello scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose. Dalla scorsa estate, Donatella Albano è stata posta sotto tutela dalle forze dell’ordine dopo avere ricevuto minacce legate a segnalazioni fatte nell’ambito delle sue funzioni. «Avevamo chiesto come gruppo del Pd a luglio che il sindaco prendesse provvedimenti e non lo ha fatto. È stata una lunga agonia».

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