lunedì 28 marzo 2011

"Bancarotte per non pagare le tasse" In cella i signori del marchio Aiazzone

Evasi oltre dieci milioni di euro.Tra gli arrestati anche l'ex patron del Torino Gianmauro Borsano

TORINO
Negli anni ’80 il mobilificio Aiazzone, grazie anche allo slogan «provare per credere», era uno dei marchi più conosciuti nella vendita di mobili in Italia. Oggi sono finiti in manette tre imprenditori che di quel marchio erano gli attuali utilizzatori. Si tratta degli imprenditori Gianmauro Borsano, già patron del Torino, Renato Semeraro e Giuseppe Gallo.

Omesso pagamento delle imposte, bancarotta documentale e per distrazione, a seconda delle posizioni processuali, i reati contestati dai pm della Procura di Roma. I provvedimenti hanno riguardato anche il commercialista Marco Adami, finito ai domiciliari, mentre per un avvocato romano, Maurizio Canfora, è stata disposta la sospensione dall’esercizio della professione. Le misure cautelari sono state emesse dal gip Giovanni De Donato su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy e Francesco Ciardi.

I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti dal nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza. Nell’inchiesta, iniziata nel marzo del 2010, sono indagate, in totale, dieci persone. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno provveduto anche ad un sequestro preventivo, anche per equivalente, per un valore di oltre 50 milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i tre imprenditori arrestati svuotavano sistematicamente le società del Gruppo, tra cui la capofila B&S e la Mete Spa, indebitate con il fisco mediante fittizie cessioni di immobili e di partecipazioni societarie, prelevamenti in contanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Gli arrestati facevano, quindi, confluire la parte attiva delle aziende stesse (dipendenti, rami d’azienda e beni immobili) in nuove società appositamente costituite.

In una seconda fase gli arrestati, in modo fraudolento, cedevano la rappresentanza delle società oramai depauperate ad un cittadino bulgaro che provvedeva al trasferimento delle società in Bulgaria con la conseguente cancellazione dal registro delle imprese italiano al fine di scongiurare il procedimento di fallimento. Gli inquirenti hanno accertato, inoltre, che Borsano, Semeraro (solo omonimo dell’attuale proprietario del Lecce calcio) e Gallo, per le ulteriori società del gruppo tra cui Holding dell’Arredo Srl hanno chiesto a diversi tribunali di essere ammessi al concordato preventivo per evitare sempre il fallimento fornendo, però, garanzie patrimoniali inesistenti.



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