martedì 29 marzo 2011

Delitto dell'Olgiata, dopo 20 anni fermato il domestico filippino

Il 40enne Winston Manuel


Reves accusato dell'omicidio della contessa Alberica Filo
della Torre avvenuto a Roma: "Incastrato da un Dna maschile"

ROMA
Un delitto irrisolto da quasi 20 anni, quello della contessa Alberica Filo della Torre, strangolata e colpita alla testa con uno zoccolo nella sua villa dell’Olgiata il 10 luglio 1991, torna oggi alla ribalta con il fermo di Winston Manuel, il domestico filippino, di 41 anni che all’epoca lavorava nella villa.

Ad incastrarlo, dopo anni di silenzio, il dna estrapolato su alcuni reperti. Un delitto e un’inchiesta che sembra procedere di pari passo con l’omicidio di via Poma, dove Simonetta Cesaroni fu uccisa nell’agosto del 1990, a Roma, e che proprio grazie alle nuove tecniche investigative che si basano sull’esame del codice genetico ha individuato l’ex fidanzato Raniero Busco come l’omicida e che proprio pochi mesi fa è stato condannato in primo grado.

Il domestico filippino è stato sottoposto al fermo nel quadro degli accertamenti del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del sostituto Francesca Loy, in collaborazione con i carabinieri del Reparto Operativo e del Ris. A determinare il fermo è stato il pericolo di fuga. La procura dovrà ora chiedere la convalida del fermo. Le nuove indagini erano state sollecitate da Pietro Mattei, vedovo della contessa, con un’istanza nella quale si chiedeva, attraverso l’uso delle nuove e più sofisticate tecnologie, specie quelle relative all’identificazione delle tracce biologiche, il riesame degli oggetti repertati nella stanza in cui avvenne il delitto. Tra questi, un fazzoletto di carta con del muco, i pantaloni di Winston e di Roberto Iacono, figlio della governante della contessa, il lenzuolo del letto della contessa, lo zoccolo con il quale fu colpita alla testa ed alcuni suoi indumenti intimi.

Tre anni fa il gip del Tribunale di Roma aveva infatti respinto la richiesta di archiviazione per i due storici indagati della vicenda, l’ex domestico filippino Winston Manuel e il figlio della governante della contessa. Il giudice ordinò alla procura di riesaminare completamente il caso analizzando alla luce delle nuove tecniche di indagine, sia biologiche, sia strumentali, tutti i reperti acquisiti: primo tra tutti lo zoccolo usato come arma del delitto per colpire la contessa a morte. Ad opporsi all’ archiviazione della posizione di Winston e Iacono fu il legale di Mattei, l’avvocato Giuseppe Marazzita che aveva raccolto nuove prove scovando una nuova testimone, un’amica della nobildonna, depositaria dei timori della stessa contessa a cui lei avrebbe confessato di temere per la propria vita e di essere spiata.

Tra i tanti oggetti il giudice aveva chiesto di acquisire la famosa agenda di Alberica Filo della Torre, piena zeppa di nomi di vip, di personaggi istituzionali e sulla quale, secondo l’avvocato Marazzita, potrebbero essere segnati date e orari di appuntamenti da verificare, proprio il giorno 10 luglio 1991. Agenda saltata fuori grazie alle dichiarazioni di un giornalista che ne è entrato in possesso. Il gip ordinò infine alla procura di acquisire le centinaia di foto scattate sulla scena del crimine e che non sono state inserite nel fascicolo. E chiese l’espletamento di nuove analisi biologiche sul Rolex d’oro fermo all’ora del delitto che Alberica portava al polso. Questa sera il colpo di scena. E dopo vent’anni lo spiraglio di un probabile processo per la morte della contessa.

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