
Prestigiacomo, che ha parlato della cattiva fama di Fragalà tra i mafiosi perché assisteva spesso poliziotti, carabinieri e finanzieri, potrebbe adesso essere sentito anche dai pm Carlo Lenzi e Nino Di Matteo che si occupano dell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Maurizio Scalia. In particolare il collaboratore ha raccontato che il suo compagno di cella Giuseppe Casella, anche lui arrestato nell'operazione Perseo e condannato in primo grado per mafia, gli avrebbe detto che aveva sbagliato a farsi interrogare e ad essere difeso dall'avvocato Fragalà perché adesso lo chiamavano "sbirro". Non è una novità per gli inquirenti che Fragalà non godesse dell'ammirazione dei mafiosi a causa dell'abitudine di far interrogare i clienti e di difendere alcuni esponenti delle forze dell'ordine. Non è un caso che Fragalà non avesse fra i suoi clienti mafiosi di grande spessore. I pm decideranno solo dopo aver letto il verbale, depositato nel processo Perseo, se sentire Prestigiacomo.
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