venerdì 25 marzo 2011

Casalesi, 11 arresti per faida Villa Literno preso anche figlio boss Bidognetti

CASERTA - Figura anche Raffaele Bidognetti, figlio del capoclan Francesco, tra gli undici affiliati e fiancheggiatori al clan dei «Casalesi» del gruppo Bidognetti arrestati oggi dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dell'omicidio, commesso nel maggio del 2004 di un 19enne affiliato a un gruppo camorristico contrapposto a quello dei «Bidognetti». In particolare, Raffaele Bidognetti, di 37 anni, è ritenuto dagli investigatori il mandante dell'assassinio del giovane. L'uccisione del 19enne era stato preceduto, pochi giorni prima, da un ulteriore agguato nei suoi confronti, non andato però a buon fine. L'omicidio si inserisce nel contesto della guerra intestina consumatasi nel clan «dei Casalesi» tra i gruppi Tavoletta-Ucciero e Bidognetti, che si contendevano la supremazia nella gestione delle attività criminose a Villa Literno. Una faida protrattasi dal 1997 al 2005 che fece numerose vittime in entrambe le fila.


I provvedimenti, emessi dal Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA, sono giunti al termine di indagini dei carabinieri di Caserta, coordinate dalla DDA partenopea, condotte sulla faida, che dal 1997 al 2005 ha fatto registrare numerosi morti e feriti in agguati tra i due gruppi dei casalesi, i «Tavoletta- Ucciero», guidato da Cesare Tavoletta, ormai da anni collaboratore di giustizia e quello capeggiato da Massimo Iovine, altro pentito della cosca, ma per lungo tempo fedelissimo di Francesco Bidognetti. Quest'ultimo, detto «Cicciotto e' mezanotte», capo storico dei Casalesi, è in carcere da anni con una condanna all'ergastolo. I destinatari dei provvedimenti restrittivi della magistratura napoletana, sono accusati a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di armi e munizioni. Reati aggravati per avere agevolato l'attività dell'organizzazione camorristica. In partiocolare sono ritenuti responsabili dell'omicidio di Antonio Di Frania, detto «vulpacchiello», ucciso il 27 maggio del 2004, dopo essere sfuggito, circa due settimane prima ad un altro agguato. Dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo è emerso, tra l'altro, uno stretto legame tra la fazione dei «Tavoletta», e quello dei «Contaldo» di Pagani (Salerno), capeggiato da Nicola Fiore. Gli investigatori hanno accertato continui scambi di favori tra le due cosche, anche nel portare a termini agguati mortali.

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