I provvedimenti oltre che a Reggio Calabria sono stati eseguiti anche a Voghera (PV) e Larino (CB)
Nuovo colpo alla 'ndrangheta questa mattina da parte dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che stanno eseguendo 33 rdinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti affiliati alla cosca «Ficara – Latella» e alle sue articolazioni territoriali. Il provvedimento scaturisce da un’indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla DDA della città dello Stretto. L’operazione, denominata «Reggio Sud», oltre agli arresti comprende anche il sequestro di beni, eseguito in collaborazione con la Guardia di Finanza, per un valore di oltre sessanta milioni di euro. In particolare si tratta di 21 imprese, sei terreni, fabbricati e conto correnti.
Il lavoro investigativo ha tracciato gli assetti della cosca, la sua presenza sul territorio reggino e in altre città italiane e il forte condizionamento che la consorteria Ficara – Latella produce nei confronti dell’economia legale.
Tra i reati contestati agli indagati, l’associazione di tipo mafioso, l’intestazione fittizia di beni, l'estorsione, il riciclaggio, il porto e la detenzione abusiva di armi, l’assistenza agli associati, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici ed altri reati, aggravati dall’aver favorito un sodalizio 'ndranghetistico. I provvedimenti oltre che a Reggio Calabria sono eseguiti anche a Voghera (PV) e Larino (CB).
IL POTERE DELLA COSCA
La cosca Ficara -Latella, riusciva a pilotare anche gli appalti pubblici, facendoli assegnare a proprie società controllate. Indicativa la vicenda legata all’appalto per il centro globale di revisione della motorizzazione civile di Reggio Calabria, in cui il responsabile del procedimento ha invitato 5 ditte di cui 4 riconducibili ai Ficara di cui una non interessata alla commessa.
Sempre all’interno della motorizzazione civile, alcuni affiliati sono riusciti ad ottenere la patente nautica senza aver mai superato l’esame scritto. La potente consorteria, in passato, era rimasta coinvolta nell’operazione di polizia giudiziaria «Reale», in cui sono stati registrati i colloqui tra Giovanni Ficara e il boss Giuseppe Pelle, avvenuti nel marzo dello scorso anno in casa di quest’ultimo; e nell’indagine «Piccolo Carro» sul ritrovamento di armi ed esplosivi su una macchina abbandonata lungo il percorso che il Presidente della Repubblica fece nella sua visita a Reggio Calabria nel gennaio del 2010.
Anche le risultanze dell’indagine «Crimine» avevano interessato questa cosca, il cui esponente Nino Latella era stato eletto nella carica di capo società della provincia della 'ndrangheta, seconda per ordine d’importanza solo a quella del capo crimine. L’indagine in questione aveva ampiamente dimostrato che il boss Giovanni Ficara aveva spostato i propri interessi nella provincia di Milano, in previsione dei lavori dell’Expo 2015.
Una strategia caratterizzata dall’acquisito delle quote societarie di alcune aziende in difficoltà, alle quali aveva fatto avere dei prestiti agevolati, pur non ricorrendone i presupposti, attraverso la creazione di una filiale di una società finanziaria che da Reggio Calabria erogava denaro alle aziende milanesi per salvarle dal dissesto, al solo fine di costituire un terminale lecito per gli interessi della cosca in Lombardia.
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