Tensione al porto di Lampedusa: un gruppo di cittadini ha ostacolato l’attracco della motovedetta CP290 della Guardia costiera, che aveva soccorso 116 migranti, tra i quali alcuni malati e minori. Si tratta dei migranti partiti su uno dei tredici barconi salpati venerdì mattina dalla Tunisia e diretti verso l’isola. La motovedetta che li trasportava è riuscita ad attraccare solo dopo aver stazionato nella rada per oltre un'ora.
LE PROTESTE DEI LAMPEDUSANI - La ripresa degli sbarchi ha reso più tesi gli animi della popolazione lampedusana: un gruppo di abitanti dell’isola ha occupato i locali dell’area marina protetta gestita da Legambiente, dove in giornata sarebbero dovuti essere trasferiti 200 tunisini per alleggerire il centro di accoglienza che al momento ospita quasi 3.000 persone, a fronte di una capienza di circa 900. La decisione di occupare è stata assunta al termine di una riunione del Comitato giovanile, dell’associazione Askavusa e di albergatori e pescatori, che si oppongono al montaggio di due tendopoli da 500 posti l’una per alloggiare i migranti. In questa scelta del governo i lampedusani vedono l’intenzione di trasformare l’isola in un ghetto con ripercussioni negative non solo sulla stagione turistica ma sulla stessa vivibilità di Lampedusa che non dispone di risorse idriche e agricole sufficienti al suo fabbisogno. Oltre all’occupazione della riserva naturale, l'assemblea degli isolani ha stabilito di attuare altre forme di protesta nelle prossime ore anche sui moli del porto dove giungono i tunisini.
IL VESCOVO: "RISPETTO PER GLI ISOLANI" - Il sindaco di Lampedusa aveva, da parte sua, lanciato l’allarme sulla possibilità di "disordini gravi" sull'isola, connessi all’arrivo dei migranti. Sulla vicenda è intervenuto venerdì anche l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro: "Chiedo con forza la salvaguardia della dignità di ciascuno, cittadini e migranti, il rispetto dei diritti per le popolazioni di Lampedusa e Linosa, che soffrono a causa della carenza cronica di sanità, trasporti e istruzione". E’ entrato in funzione, intanto, il "Villaggio della Solidarietà" di Mineo (Catania) dove sono arrivati i primi 134 immigrati richiedenti asilo politico. Sono per la maggior parte afghani e pakistani. Scortati da polizia e carabinieri, i profughi sono giunti a bordo di due pullman. Provengono in maggioranza dal centro di prima accoglienza di Pian del Lago a Calatanissetta e qualcuno dal "Serraino-Vulpitta" Trapani. Sono tutti già identificati con certezza e hanno avviato la pratica per chiedere asilo in Italia. Il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, che continua a opporsi all’uso dell’ex residence delle famiglie dei militari Usa, ha lamentato di non essere stato preventivamente informato dal governo dell’arrivo degli immigrati.
EMERGENZA SBARCHI - Lo sbarco dei 116 migranti arriva a seguito dell'arrivo in nottata di altre 39 persone. Sono 38, tra cui tre donne, i clandestini nordafricani arrivati podo copo l'una della scorsa notte e soccorsi da una motovedetta della Guardia di finanza. Dopo 48 ore di tregua dovuta al maltempo e al mare mosso, l'isola siciliana si è trovata di nuovo, tragicamente di fronte all'emergenza sbarchi.
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