
L'omicidio di Ingarao fu deciso dai Lo Piccolo per punire la sua vicinanza con il loro nemico storico: il capomafia della cosca di Pagliarelli Antonino Rotolo.
"Ingarao doveva essere ucciso perché era uomo di Rotolo e come era emerso dalle intercettazioni si era espresso in modo pesante nei confronti dei Lo Piccolo. Andrea Bonaccorso era alla guida della moto mentre io sparavo. Avevo una pistola a tamburo calibro 38 con sei colpi in canna e una calibro 9", ha raccontato il pentito Gaspare Pulizzi che è stato condannato, con il rito abbreviato, assieme all'altro collaboratore Bonaccorso alla pena di 10 anni e 6 mesi, confermata anche in appello.
Pulizzi e Bonaccorso avevano seguito in moto Ingarao mentre usciva dal commissariato dove si recava per l'obbligo di firma e poi gli hanno sparato. I due sono poi fuggiti a casa di Paolo Di Piazza, dove sono stati distrutti i guanti e dei caschi usati durante l'agguato e occultate le armi. Gli stessi pentiti hanno svelato il ruolo di copertura fornito al commando da Andrea Adamo e Vito Palazzolo
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