I giudici del tribunale di Palermo hanno inflitto pene per un secolo di carcere. La banda si serviva di corriere africani che ingerivano gli ovuli
PALERMO. Dopo una lunga camera di consiglio i giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo hanno condannato a pene (per un totale di un secolo di carcere), comprese tra 3 e 18 anni 12 dei 14 imputati accusati di aver fatto parte di una banda di trafficanti di droga che commerciava cocaina tra la Sicilia, l'Olanda e il Belgio. Due gli assolti.
La pena più alta è stata inflitta a Edward Coffy, ritenuto tra i capi dell'organizzazione, che ha precedenti per narcotraffico. Il processo nasce da un'indagine che anni fa portò a 20 arresti. Dall'inchiesta emerse l'esistenza di un'organizzazione di corrieri africani, in stretto contatto con la criminalità siciliana, che operava sulle rotte internazionali del traffico degli stupefacenti, rifornendo la piazza palermitana di droga. Per trasportare la droga, eludendo i controlli, la banda si serviva di cittadini di nazionalità ghanese e nigeriana che ingerivano ovuli ripieni di sostanza stupefacente. Molti di loro furono scoperti; gli agenti della Mobile, in seguito ad ispezioni personali, sequestrarono quattro chili di cocaina purissima. Per i corrieri, che rischiavano la morte, era fondamentale il fattore tempo: dovevano infatti riuscire ad arrivare a destinazione e ad espellere gli ovuli prima che i succhi gastrici aggredissero gli involucri. Tra le pieghe dell'inchiesta emergono anche situazioni singolari: uno dei corrieri, che stava per imbarcarsi dall'aeroporto di Milano diretto a Palermo con 72 ovuli nell'intestino, dopo essere stato costretto ad espellerne uno lo avrebbe ripulito prima di ingerirlo nuovamente per non incorrere nei controlli della polizia. L'accusa è stata condotta in aula dal pm Emanuele Ravaglioli.
Il collegio giudicante, presieduto da Piero Falcone, è rimasto sette ore in camera di consiglio. I giudici hanno applicato la "continuazione" con precedenti condanne per fatti analoghi a Natale D'Amico, Pietro Cusimano e Giancarlo Ayari: si sono visti infliggere tre anni ciascuno, da sommare alle pene già definitive, comprese fra i 12 ed i 16 anni. Diciotto anni sono stati inflitti ad Edward Kobi, 17 a Ernest Duku, 16 a John Kwame Sarpong, 8 e 6 mesi a Liborio Massimiliano Romeo ed Owusu Nwantaki, 6 e 10 mesi a Vincenzo Cancila, 6 e 8 mesi a Danilo Oliveri, 4 a Owusu Kwaku e 3 a George Clifford Duah. Gli assolti sono Frank Adu e Issifu Dramani. Ad accusare la banda anche un pentito di colore.
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