giovedì 2 dicembre 2010

Estorsioni nel Nisseno, 23 arresti

Colpite le famiglie della città e di Gela, Riesi, Mazzarino ma anche Misilmeri e Canicattì. I boss da anni imponevano il pizzo e gestivano alcune aziende tramite insospettabili prestanome


CALTANISSETTA. Una imponente operazione antimafia e antiracket, condotta dalla polizia, è in corso a Caltanissetta. La squadra mobile sta eseguendo 23 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi dal Gip del tribunale, Lirio Conti, su richiesta della Dda nissena.

Sgominata la famiglia mafiosa che da anni imponeva il "pizzo" in città e gestiva alcune aziende tramite insospettabili prestanome.

L'operazione, denominata"Redde Rationem" (resa dei conti), coinvolge "picciotti" ed esponenti locali di Cosa Nostra ma anche alcuni boss delle altre "famiglie" di Gela, Riesi, Mazzarino, Canicattì, Misilmeri, con cui erano in stretto collegamento. Rilevante il contributo fornito alle indagini da sei collaboratori di giustizia.

"L'inchiesta, che è la prosecuzione di un'altra indagine, la "Free Town" - dice il capo della squadra mobile, Giovanni Giudice - ha consentito di delineare gli assetti organizzativi, i legami operativi e gli interessi nei vari settori di attività (in particolare nell'edilizia), della famiglia mafiosa di Caltanissetta, facendo inoltre risaltare lo spessore criminale di alcuni appartenenti alla stessa organizzazione malavitosa".


Mafia, tre ditte di costruzioni sequestrate nel Nisseno
Le imprese nel mirino nell’ambito dell’operazione "Redde rationem"


CALTANISSETTA. Tre ditte, con relativi conti correnti bancari, sono state sequestrate nell'ambito dell'operazione antimafia "Redde rationem" condotta dalla polizia a Caltanissetta. Le imprese sono la "Failla Calcestruzzi" e la "Graci Costruzioni", operanti a Caltanissetta, nonché la fabbrica di asfalti e bitumi "Conbival", di Giovanni Aloisio, con cantiere in contrada "Tre Monzelli", a Polizzi Generosa (Palermo).

Nel corso delle indagini sarebbero state raccolte prove schiaccianti su 22 imprenditori che, sottoposti ad estorsioni, pagavano e tacevano. A molti di loro venivano anche imposte forniture di mezzi e materiali in regime di monopolio, alle cui condizioni non potevano ribellarsi.

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