giovedì 4 novembre 2010

Fagone, l'avvocato: "L'abbraccio con Di Dio? Fuorviante"

Il legale del deputato regionale del deputato Pid: "Il presunto boss dei Santapaoliani di Palagonia è titolare di un'area di servizio, dove il mio cliente si fermava spesso ed è capitato di scambiare quattro chiacchiere"

di GERARDO MARRONE

CATANIA. “L’immagine di quell’incontro, di quell’abbraccio, è fuorviante. Fausto Fagone ha risposto a tutte le domande e ai magistrati ha ricordato che Rosario Di Dio (presunto boss santapaoliani di Palagonia, n.d.r.) è titolare di un’area di servizio alle porte di Palagonia dove gli capitava spesso di fermarsi e col quale è capitato di scambiare solo chiacchiere, sempre di argomento lecito”. All’uscita dal carcere catanese di Bicocca, dove si sono tenuti stamattina gli interrogatori di garanzia di alcuni indagati tratti in arresto ieri nell’ambito dell’operazione “Iblis”, queste le prime dichiarazioni del penalista Giuseppe Marletta, avvocato difensore del deputato regionale del Pid ed ex sindaco di Palagonia accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. “A Fagone – continua Marletta – è anche contestato di avere favorito il clan Santapaola con appalti banditi dal Comune di Palagonia, ma lui ha replicato che alcuni si riferiscono a periodi successivi alla sua sindacatura e altri sono stati assegnati a evidenza pubblica, quindi aperti a tutti e selezionati dagli uffici in base al criterio della migliore offerta”. L’ avvocato Giuseppe Marletta, che solo nei prossimi giorni deciderà se ricorrere al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione di Fausto Fagone, è anche difensore del consigliere provinciale Nino Sangiorgi, accusato di associazione mafiosa: “Anche lui ha risposto a tutte le domande e ha, tra l’ altro, contestato un’intercettazione a suo carico dicendo che quella non è la sua voce. Chiederemo una perizia. Sangiorgi ha detto di essere amico d’infanzia con Rosario Di Dio ma di non avere alcun legame malavitoso con lui. Non si dimetterà da consigliere provinciale, perchè s’è proclamato innocente”.


Un pentito parla del presunto pestaggio al fratello di Lombardo

L'episodio è descritto dal collaboratore di giustizia Eugenio Sturiale, un affiliato alla 'famiglia' Santapaola transitato nel clan Cappello e infine approdato nella cosca Laudani


CATANIA. La presunta aggressione del deputato nazionale del Mpa Angelo Lombardo, fratello del presidente della Regione Siciliana Raffaele, è ricostruita dalla Procura di Catania nella richiesta dell'ordinanza Iblis. L'episodio è descritto dal collaboratore di giustizia Eugenio Sturiale, un affiliato alla 'famiglia' Santapaola transitato nel clan Cappello e infine approdato nella cosca Laudani. Il pentito ha raccontato di avere appreso da Carmelo Santocono, uomo di fiducia del boss Aldo Ercolano, nipote e alter ego del capomafia Benedetto Santapaola, che Angelo Lombardo era stato "sonoramente bastonato subito dopo le elezioni regionali del 2008" per "non avere tenuto fede all'impegno assunto" nonostante avesse "ricevuto dalla cosca l'appoggio richiesto". Sturiale ha aggiunto che il parlamentare dopo essere stato bastonato "era stato masculu" (era stato 'maschio', per dire ché si era comportato da vero uomo, ndr), perché non aveva presentato denuncia. Carabinieri del Ros hanno accertato che Angelo Lombardo nel periodo indicato dal pentito èstato ricoverato per tre giorni nell'ospedale Cannizzaro di Catania e che tra gli esami prescritti dal medico c'era anche una radiografia alla spalla destra.

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