
Urso e il minorenne sono stati prelevati dalle rispettive abitazioni a distanza di due ore e mezza dall'agguato, verificatosi intorno all'una e mezza al Largo Luciano Russo, nella zona della Mazzarrona, e a cinque minuti di distanza dal decesso del povero Vito Grassi, che è spirato intorno alle 3,30.
Dei due arrestati dalla Polizia di Stato, il più conosciuto dalle forze dell'ordine è sicuramente Tano Urso, che balzò agli onori della cronaca nera quando era ancora un ragazzo per avere impugnato un fucile e attentato alla vita dell'uomo che stava disonorando suo padre, all'epoca detenuto, intrattenendo una relazione sentimentale con sua madre. Per quel tentato omicidio del panificatore Luigi Perez, Tano Urso, difeso dall'avvocato Matilde Lipri, venne condannato a otto anni di reclusione, ma ne ha scontato soltanto 4 anni e mezzo perchè ha conseguito i benefici di legge dovuti all'indulto e alla liberazione anticipata.
lo scenario
Gli inquirenti lo ritenevano un componente del clan mafioso «Bottaro-Attanasio», ma Vito Grassi, 26 anni, dall'unica operazione antimafia in cui era stato coinvolto, quella denominata «Game Over», era uscito a testa alta. In carcere era infatti rimasto per pochissimo tempo, meno di quindici giorni. Il suo fermo, disposto dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania, era stato convalidato dal Gip del Tribunale di Siracusa, ma, successivamente, era stato annullato dal Gip del Tribunale etneo, cui erano stati trasmessi gli atti per competenza territoriale. Il Gip etneo, infatti, a tutti gli altri componenti del clan mafioso «Bottaro-Attanasio» ha convalidato il fermo giudiziario, disponendo a loro carico la misura della custodia in carcere, mentre per Vito Grassi, in mancanza di elementi di reità, ha emesso un provvedimento di immediata scarcerazione. E lui, una volta tornato in libertà, ha coronato il suo sogno d'amore, andando a convivere con la ragazza da cui stava per avere una creatura che, lui, purtroppo,.non conoscerà mai. La sua giovane vita è stata spezzata da due killer che gli hanno teso l'agguato sotto casa in Largo Luciano Russo, nel quartiere nuovo della Mazzarrona.
Perchè Tano Urso, detto 'U Connu, e il baby killer hanno ucciso Vito Grassi? Difficile poterlo dire. Sicuramente non per contrasti scaturiti dalle simpatie nutrite dai tre antagonisti con le due contrapposte bande mafiose. Viceversa, pare assai probabile per contrasti sorti per motivi connessi allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Non si può, infatti, escludere che sia Vito Grassi, per la sua frequentazione con Giovanni Poliseno e Gabriele Scarrozza, detto 'U Topu, che come appartenenti al clan mafioso «Bottaro-Attanasio» si dedicavano allo spaccio degli stupefacenti, sia Tano Urso, per la sua appartenenza ad un nucleo familiare i cui componenti sono stati coinvolti in operazioni antidroga, possano aver «ereditato» la clientela di amici e parenti e si siano buttati a capofitto nel losco «affaire», finendo con il pestarsi reciprocamente i piedi. Divenendo nemici, a spuntarla è stato quello che già aveva esperienza in agguati omicidiari. Ovvero Tano Urso, 'u Connu.