CATANIA. I resti umani ritrovati dalla polizia il 14 luglio dello scorso anno in un pozzo in contrada Vaccarizzo, alle porte di Catania, apparterrebbero a Salvatore Vittorio, ritenuto un esponente della cosca Puglisi Savasta, per conto della quale avrebbe curato il traffico di stupefacenti, scomparso il 5 giugno del 2006.
All'identificazione, che ha un margine di certezza del 99,9 per cento, si è giunti comparando il dna isolato nelle ossa con quello del figlio della vittima. La perizia, affidata al professore Carlo Rossitto, è stata depositata nella Procura etnea.
I resti dell'uomo - contenuti in una busta di plastica nera insieme con una cintura, un paio di scarpe, una fede nuziale e una moneta da 100 lire - furono recuperati dalla polizia in base alle indicazioni contenute in una lettera anonima indirizzata al sostituto procuratore della Dda etnea Pasquale Pacifico. Il nome del mittente, scritto a mano, era quello di Salvatore Vittorio.
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