"Tira cchiù assai nu pilu di sticchiu a testa ammuntata ca 100 vacchi attaccati a ratru a testa appinninu"
Il futuro della giustizia e le sorti del governo sono appesi letteralmente a "’u pilu", alla prova erotica che la Procura di Milano cerca con un dispiego di forze che solitamente si riserva ai grandi criminali. Il Bungaleaks su Silvio a luci rosse è appena partito e ne leggeremo delle belle.
So cosa pensate, sarebbe meglio occuparsi di cose serie, del lavoro, del futuro della Fiat, delle riforme che non ci sono. Ma la magistratura ha deciso che c’è un reato da perseguire e il Cavaliere merita un processo per direttissima e poi l’esilio dalla politica. La ragazza, Ruby, ieri davanti alle telecamere di Sky ha detto che con Berlusconi non ha mai fatto sesso e che non sapeva che fosse minorenne, addirittura ha raccontato di aver detto a Silvio di avere 24 anni. Se Ruby mente, ha un futuro da grande attrice. Ma se la ragazza dice la verità, siamo di fronte al singolarissimo caso di un’inchiesta aperta contro il capo di un governo del G7 su un’ipotesi di reato dove la «vittima», Ruby, canta e suona uno spartito totalmente diverso da quello della Procura. Strano no? Molti anni fa, negli Stati Uniti, incontrai un grande direttore di Newsweek, Arnaud de Borchgrave, che mi disse: «Qui in America abbiamo assistito al triste spettacolo degli inviati delle tv e dei giornali che andavano a caccia dello sperma di Clinton sull’abito della Lewinsky». Ci ridemmo sopra, era tutto ridicolo, e dissi che in Italia la lotta politica almeno sotto questo aspetto era più civile. Siamo riusciti a far meglio, qui da noi ora si dà la caccia a «’u pilu».
Ruby: «Ho chiesto 5 milioni a Berlusconi»
I pm: dal premier molte giovani prostituite
Karima: «Silvio-Gesù mi disse “fingiti pazza e racconta cazzate». Le intercettazioni: «Allucinante, o sei pronta a tutto o te ne vai». Ex prefetto: «Orge, ma non droga»
ROMA (17 gennaio) - «Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo». È quanto si legge nella «domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi» firmata dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. La domanda, pubblicata sul sito di Montecitorio, contiene anche vari allegati, consultabili però solo dai componenti della giunta. Il faldone che la procura di Milano ha allegato alla richiesta è composto in tutto da 389 pagine.
«Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D'Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome...». Questo avrebbe detto Ruby, al secolo Karima el Mahroug, alla madre di Sergio Corsaro in una telefonata intercettata e pubblicata nella richiesta dei pm. Corsaro è un parrucchiere di Catania, ex fidanzato della giovane marocchina. «Di queste cose non so alcunché e non ne sono al corrente. Comunque non commento per telefono, e oggi sono impegnato. Ne parliamo nei prossimi giorni, quando ho un po' di tempo libero», dice Corsaro all'Ansa.
«Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto "cerca di
passare per pazza, racconta cazzate" - è un'altra conversazione telefonica tra i due, tra il 26 e il 28 ottobre - Lui mi ha chiamato dicendomi “Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno”».
«Mi ha chiamato lui, Gesù - racconta Ruby al padre parlando del premier - e mi ha detto che ha saputo che ho scritto delle cose. Io però ne ho nascoste tantissime...». E prosegue: «Silvio ha detto al suo avvocato: “Dille che le pagherò il prezzo che vuole. L'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto... che io non ho mai visto una ragazza di 17 anni”».
«Noemi è la pupilla e io sono il culo...», racconta al genitore probabilmente citando Noemi Letizia. Poi, raccontando il salvataggio da parte di Berlusconi, ammette con l'amica Poiana di frequentare le residenze del presidente del Consiglio da quando lei ha «16 anni». Ma di aver sempre negato tutto per salvaguardarlo. Infatti, sempre a Poiana, spiega di aver mentito sostenendo che Berlusconi sapesse che lei aveva 24 anni e che poi dopo aver scoperto che lei era in realtà minorenne lui l'avesse «buttata fuori di casa. Io sto cercando di salvaguardare lui così a me torna in tasca qualcosa...».
I pm di Milano avrebbero trovato «ampi riscontri investigativi» sulle case date dal premier ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore, si legge nella richiesta dei pm di Milano. Lo ha raccontato la stessa Ruby nell'interrogatorio del 3 agosto. La ragazza ha detto ai magistrati che «alcune giovani donne che partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in Milano due».
«O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai - si legge nelle intercettazioni tra T.M. e B.V., due ragazze - È allucinante, un puttanaio. Non sai. Lo chiamano tutte "amore", "tesorino". Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì, fino alle due del mattino... Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano».
«Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. È molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri», si legge ancora nelle intercettazioni. Un'altra ragazza, descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di «desolazione. Sì, sì l'ho proprio conosciuto per bene. Mi ha presentato a tutti e mi ha dedicato anche una canzone...». Si arriva e si finisce in «un'orgia, mettevano le mani in mezzo alle gambe a molte ragazze. Si avvicinavano a gruppi di tre per farsi toccare da lui. Vi erano anche travestimenti e spogliarelli». Fino a quando «alla fine del bunga bunga il presidente sceglieva chi far dormire con lui».
«C'erano orge lì dentro non con droga, non mi risulta. Ma bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si è messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto solo le mutandine strette... - dice l'ex prefetto di Napoli Carlo Ferrigno in una telefonata intercettata il 29 settembre - Capito? Bella roba, tutta la sera...». Ferrigno parla di una tale Maria «mezzo araba alla quale avevano fatto fare la danza del ventre mentre gli altri stavano a guardarla». Alla fine Berlusconi le avrebbe regalato «un anello e un bracciale». Ferrigno è stato in carica a Napoli dal 2000 al 2003, poi commissario antiracket nominato nel 2003, fino al 2006. In passato è stato anche direttore centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Non è indagato nell'inchiesta sul caso Ruby, ma il suo nome figura nell'indagine di un altro magistrato milanese, Stefano Civardi, per la querela presentata dal presidente di Sos racket e usura Frediano Manzi, basata sulle testimonianze di alcune vittime di usura ed estorsione secondo le quali Ferrigno provvedeva a «accelerare le pratiche per accedere al fondo antiracket e antiusura, farle passare in commissione, se egli otteneva in cambio prestazioni sessuali».
Gli elementi raccolti dai pm «fanno ritenere» che Nicole Minetti, in concorso con Emilio Fede e Lele Mora, «nonché in concorso con altri soggetti, abbia continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni e della minore» Karima "Ruby" el Mahroug, «individuando, selezionando, accompagnando» le ragazze nella villa di Berlusconi ad Arcore.
Ieri il premier in un videomessaggio aveva parlato di "persecuzione giudiziaria" e rivelato unarelazione stabile con una persona, per ora rimasta sconosciuta, dopo la sua separazione da Veronica Lario, che mai avrebbe coinvolto nelle vicende riferite da «certi giornali». Berlusconi ha poi aggiunto che è «assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna». Il premier ha anche accusato i pm di «intromissione nella vita privata» e rilanciato la riforma della giustizia.
«La Procura della Repubblica di Milano prosegue nel suo lavoro quotidiano, in piena serenità, nel saldo riferimento ai principi costituzionali dell'uguaglianza di tutti davanti alla legge, dell'obbligatorietà dell'azione penale, della presunzione di non colpevolezza», ha replicato oggi in una nota il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati.
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