L'inchiesta "Pretty Woman", scattata nel 2009, ha portato all'arresto di 5 persone. Secondo l'accusa, l'organizzazione sfruttava una ventina di donne alla volta, con turn-over ogni due mesi
AGRIGENTO. Un giro di prostituzione di peruviane, colombiane, cubane e dominicane, di età compresa tra i 25 e i 35 anni, arrivate in Italia con regolare permesso di soggiorno e poi sfruttate in appartamenti-tugurio, in cui le ragazze si lavavano con l'acqua dei bidoni perchè dai rubinetti non usciva niente. Gli appartamenti si trovano a Fontanelle, San Leone e contrada Consolida, nell’Agrigentino.
A capo del presunto giro due donne: Vielka Cecilia Rodriguez, 47 anni, già condannata a due anni, e Adele Galfo Ansaldi, 46 anni, che si sarebbe occupata di tenere i contatti con i clienti insieme a Michele Cimò di 60 anni. Entrambi gli imputati, accusati di sfruttamento della prostituzione, hanno scelto il rito ordinario e sono stati sottoposti al divieto di dimora. Le altre due persone coinvolte, Maria Lo Zito, 38 anni, e Gerlando Sollano, 73 anni, hanno optato per il rito abbreviato e sono stati condannati a due anni e quattro mesi di reclusione. Sollano è andato ai domiciliari.
L’inchiesta antiprostituzione “Pretty Woman”, scattata nel novembre 2009, prese il via dalle denunce dei cittadini che abitavano vicino agli appartamenti. La gente era infastidita dal continuo via vai di persone. E proprio ieri, davanti alla seconda sezione penale presieduta dal giudice Franco Messina, un testimone ha raccontato altri particolari. Salvatore Gaziano ha ricostruito i movimenti intorno alla casa di appuntamento vicino l’ospedale San Giovanni di Dio. «Andavo spesso a trovare mia madre in contrada Consolida – ha raccontato – le auto erano parcheggiate dappertutto e non si poteva neppure passare a piedi. C’era pure chi ci andava con i taxi, forze per non lasciare tracce».
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