Domani l'udienza nella quale i supremi giudici dovranno decidere se confermare o meno, nei confronti dell'ex governatore, la condanna a 7 anni
ROMA. Innanzi alla Seconda sezione penale della Cassazione, si svolgerà domani l'udienza nella quale i supremi giudici dovranno decidere se confermare o meno, nei confronti dell'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro - senatore del Pid (Popolari Italia domani) - la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio, emessa nell'ambito del processo 'talpe alla dda'.
"Come sempre, sono fiducioso nelle istituzioni e la magistratura è un'istituzione e come tale va rispettata", ha detto pochi giorni fa Cuffaro in vista del giudizio che lo attende a Roma. Il prossimo 3 febbraio, invece, riprenderà a Palermo l'altro processo, con rito abbreviato, nel quale Cuffaro è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e per il quale la Procura ha chiesto una condanna a dieci anni di reclusione.
Se domani la Cassazione confermasse la condanna per favoreggiamento aggravato dall'avere agevolato la mafia e violazione di segreti d'ufficio, emessa, in appello, a Palermo, a carico del senatore dei Popolari Italia Salvatore Cuffaro, il parlamentare finirebbe in carcere. L'aggravante mafiosa impedisce, infatti, l'applicazione delle misure alternative alla detenzione.
NEL CASO DI CONFERMA dunque, la Corte d'Appello di Palermo, che cura l'esecuzione della pena, appresa la definitività del verdetto, emetterebbe l'ordine di carcerazione a carico del senatore. La sentenza d'appello, eventualmente passata in giudicato, che prevedeva anche l'interdizione dai pubblici uffici, verrebbe, poi, comunicata, al Senato che dovrebbe dichiarare la decadenza di Cuffaro dalla carica.
Ma la conferma del verdetto è solo una delle possibili decisioni. NEL CASO DI ANNULLAMENTO CON RINVIO i giudici imporrebbero un nuovo processo di appello, stabilendo un principio al quale il collegio di secondo grado dovrebbe attenersi.
Nella terza ipotesi, infine, la Cassazione potrebbe ANNULLARE SENZA RINVIO, assolvendo l'imputato, o decidendo difformemente dalla corte d'appello sia sulle imputazioni, che sulla pena, ma non ritenendo necessario un nuovo processo.
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