mercoledì 19 gennaio 2011

Uomo originario di Vibo ucciso a Roma davanti ad una sala giochi

Gli agenti della Squadra Mobile della capitale, che si occupano delle indagini, non escludono, al momento, alcuna pista.Undici pistolettate per freddare quarantaquattrenne pregiudicato

ROMA
Una scarica di fuoco con undici colpi di pistola sparati da un sicario che ha crivellato di proiettili la vittima, centrandola due volte in faccia. E il sospetto che a macchiare di sangue la periferia della Capitale sia stata la ’ndrangheta. L’agguato avvenuto all’alba di oggi a Roma nel quartiere Prenestino, durante il quale è stato ucciso un pregiudicato calabrese di 44 anni, ha tutti gli elementi di un regolamento di conti.

A finire nel mirino è stato Angelo Di Masi, un pregiudicato di 44 anni originario di Vibo Valentia che da diversi anni abitava a Viterbo. La scorsa notte Masi aveva passato, come spesso accadeva, un pò di tempo davanti alle slot machine del club ’Slot Gioià, in via Pietro Fumaroli. Poi all’alba ha squillato il cellulare e una telefonata lo ha portato fuori dal locale, dirigendosi in fretta verso la sua auto, una Fiat Punto. Forse una trappola perchè è subito scattato l’agguato: ad aspettarlo c’era il killer, che ha sparato contro di lui undici colpi. Nove proiettili conficcati in tutto il corpo della vittima, di cui due in pieno volto. Una tipica esecuzione da criminalità organizzata. Addosso alla vittima, che forse spacciava droga, la polizia ha trovato circa mille euro in contanti e 20 grammi di cocaina. Sull’asfalto sangue e due bossoli.


In quella zona della periferia romana, al Prenestino, in un quartiere degradato con diversi palazzi e alcuni negozi, nessuno si è accorto di quanto stava succedendo. Qualcuno ha persino pensato all’esplosione di petardi. Ma alcune persone che erano all’interno del club dove si trovava Di Masi sono state ascoltate dagli agenti. Il locale è dotato di videosorveglianza e qualcuno ha riferito che le telecamere all’esterno sono rotte. Dei conoscenti della vittima dicono che Di Masi spendeva parecchi soldi alle slot ed era un abituale frequentatore del club, non di sua proprietà, e che lavorava nell’ambito delle slot machine

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