del segreto istruttorio: si aprono le porte del carcere, addio Senato
ROMA
Si spalancano le porte del carcere per Salvatore Cuffaro, l’ex governatore siciliano condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e violazione del segreto istruttorio. «Adesso affronterò la pena come è giusto che sia, questo è un insegnamento che lascio come esempio ai miei figli», ha detto Cuffaro prima di infilarsi in auto e raggiungere il carcere romano di Rebibbia, in cui è entrato nel primo pomeriggio. «Sono stato un uomo delle istituzioni - ha detto - e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede».
La sentenza della Corte di Cassazione ha confermato per Cuffaro- che ha perso il seggio da senatore- la condanna che era stata emessa dai giudici della Corte d'Appello di Palermo che lo avevano ritenuto colpevole di avere informato, attraverso l'intercessione dell'ex assessore dell'Udc Mimmo Miceli, il boss di Brancaccio Guttadauro della presenza delle microspie piazzate dal Ros nella sua abitazione. La Corte ha messo così la parola fine su una vicenda giudiziaria iniziata nel settembre del 2005. La Cassazione si è pronunciata oltre che per la posizione di Cuffaro anche per quella di altri 11 imputati tra i quali Michele Aiello, manager della sanità privata in Sicilia, condannato a 15 anni e mezzo di reclusione.
Numerose le reazioni all’epilogo di questa vicenda. Molti gli ex compagni di partito di Cuffaro, tra i quali il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, che gli hanno espresso «vicinanza», pur rimarcando che le loro strade politiche si erano separate. Di sentenza «sproporzionata» parla, invece, l’ex ministro dell’agricoltura Calogero Mannino, anche lui del “Pid”, uscito indenne da 23 anni di processi per mafia, mentre il sottosegretario Carlo Giovanardi, «allibito», esprime «sconcerto e preoccupazione per la condanna».
L’europarlamentare Rita Borsellino ha espresso «rispetto per come Cuffaro ha affrontato il processo e non si è sottratto alle conseguenze, anche se sono gravi i crimini commessi e il coacervo politico mafioso della Sicilia negli ultimi dieci anni». Al Senato, nel seggio di Cuffaro, subentrerà Maria Pia Castiglione.
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