La vittima è Antonino D'Amato, pasticcere di 36 anni. Si pensa a un'esecuzione mafiosa. Trovato con le gambe legate e la gola squarciata, ma sembra che gli abbiano anche sparato in testa
PESARO - Sembra una vera e propria esecuzione mafiosa quella di cui è rimasto vittima Antonino D'Amato, 36 anni, palermitano, ma da anni residente in zona, il cui corpo carbonizzato è stato rinvenuto questa mattina nelle campagne dell'entroterra pesarese, vicino Sassofeltrio.
L'uomo, che faceva il pasticcere, è stato ritrovato con le gambe legate e la gola squarciata, ma sembra che gli abbiano anche sparato in testa con un colpo di pistola. L'auto di D'Amato sarebbe stata speronata da un'altra macchina con a bordo i suoi assassini. Emerge da una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri.
L'auto, una Ford "Mondeo", è stata trovata lungo la strada; poco più avanti, un'altra vettura, una Lancia "Thema": sarebbe questa, e non quella di D'Amato, l'auto data alle fiamme, probabilmente per cancellare le impronte.
Dopo aver speronato la "Mondeo", i killer avrebbero costretto la vittima a scendere per poi freddarla con due colpi di pistola. Due bossoli cal. 9 x 21 sono stati trovati a terra, accanto al cadavere, che presentava anche i piedi legati e la gola squarciata.
Antonino D'Amato, secondo le prime informazioni, non aveva precedenti penali. A suo carico, solo il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. Era giunto nel Pesarese nel 2005; sposato e separato, attualmente viveva con una compagna, sembra napoletana, a Sassofeltrio.
È ipotizzabile che questa mattina, quando è scattato l'agguato, l'uomo stesse rientrando da lavoro. D'Amato lavorava in un bar-pasticceria di Gabicce.
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