lunedì 10 gennaio 2011

Il Papa: "Sia garantita la sicurezza dei cristiani"

CITTÀ DEL VATICANO - Le autorità dei Paesi dell'area mediorientale, tra cui l'Iraq, e i "capi religiosi musulmani" devono "operare affinchè i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza".


È l'appello lanciato durante l'udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede da Benedetto XVI, che ha parlato "dell'urgente necessità per i governi della regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose".


"Apprezzo l'attenzione per i diritti dei più deboli e la lungimiranza politica di cui hanno dato prova alcuni Paesi d'Europa negli ultimi giorni, domandando una risposta concertata dell'Unione Europea affinchè i cristiani siano difesi nel Medio Oriente".

Benedetto XVI ha definito oggi come una "manifestazione dell'emarginazione della religione e, in particolare, del cristianesimo" il fatto di "bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono".

In Cina devono "cessare le ambiguita", in modo che "i credenti non si trovino dibattuti tra la fedeltà a Dio e la lealtà alla loro patria".

Il papa nel suo discorso ha sottolineato di non poter "passare sotto silenzio" quella che ha definito come "un'altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei", là dove, ha spiegato, "è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".

Fornendo ai giornalisti alcuni chiarimenti al discorso di Benedetto XVI al Corpo diplomatico, il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha spiegato che il riferimento del Papa ai corsi di educazione sessuale come "minaccia alla libertà religiosa" riguarda in particolare "quanto è accaduto in Spagna".

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