BATTIPAGLIA (4 gennaio) - Ha appena tredici anni, è il figlio di un noto camorrista della piana del Sele ed è stato già immortalato da un filmato del sistema di video sorveglianza mentre insieme ad un coetaneo incendia gli scooter delle Poste Italiane parcheggiati dinanzi l'ufficio postale di Bellizzi.
I due minorenni sono stati identificati dai carabinieri e sono stati segnalati alla procura della Repubblica dei minori di Salerno. I carabinieri subito dopo l'episodio, accaduto la notte tra il 22 e il 23 dicembre scorso, acquisirono i filmati realizzati dalle telecamere del circuito di video sorveglianza cittadino ed hanno scoperto che a dar fuoco ai ciclomotori, del valore non superiore ai 6.000 euro, erano stati i due minorenni, il figlio del boss e un extracomunitario. I ragazzi sono stati subito ascoltati dai carabinieri ed hanno confessato di aver dato fuoco agli scooter. Il rogo fu messo a segno di notte, dopo che i due minori si erano recati in un distributore di carburanti per far benzina al loro ciclomotore in riserva. Poi hanno raggiunto l'ufficio postale di Bellizzi, a poca distanza dalla caserma dei carabinieri e dal Municipio, e hanno dato fuoco ad alcuni cartoni e ai due scooter.
I due ragazzi, stando alla ricostruzione dell'episodio fatta dai carabinieri, hanno agito senza un vero e proprio motivo. In pochi attimi le fiamme hanno divorato i ciclomotori e sul posto si sono precipitati i carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretti dal capitano Giuseppe Costa e i vigili del fuoco, che hanno spento il rogo. Fortunatamente le fiamme non hanno raggiunto l'ufficio postale, altrimenti i danni sarebbero stati ingenti. I carabinieri hanno subito avviato le ricerche dei piromani. Dell'episodio non c'era alcun testimone e se non fosse stato per le telecamere che hanno ripreso i ragazzi in azione probabilmente gli autori del rogo non sarebbero mai stati individuati. Nonostante il buio della notte i due minorenni sono stati immortalati dalle telecamere.
Forse, i ragazzi non hanno tenuto conto che nel piazzale dell'ufficio postale ci sono le telecamere e che quindi il raid vandalico sarebbe stato ripreso. Una bravata che potrebbe costare cara. Poste Italiane, proprietaria dei ciclomotori bruciati, potrebbe rivalersi nei confronti dei minori e chiedere i danni. Anche la procura dei minori potrebbe adottare provvedimenti nei confronti dei ragazzi che per il momento sono stati affidati ai loro familiari, almeno per evitare che si rendano protagonisti di altri episodi criminosi. Il padre del minore è il capo di un clan che opera nella piana del Sele, nei mesi scorsi arrestato dai carabinieri per una serie di episodi di estorsione ed usura ed è attualmente detenuto in carcere. La notizia del rogo degli scooter dinanzi l'ufficio postale aveva destato molta meraviglia e scalpore e i carabinieri avevano subito ipotizzato che poteva essere stato messo a segno da un gruppo di ragazzi.
Del resto negli ultimi mesi erano state bruciate auto e sfasciati gli arredi urbani. Tutti episodi di micro criminalità irrisolti. Questa volta i carabinieri sono riusciti subito ad individuare i piromani e nessuno avrebbe mai potuto immaginare che tra gli autori ci fosse il figlio del boss. Intanto, i carabinieri a Bellizzi e in tutta la piana del Sele hanno aumentato i controlli soprattutto di notte, quando gli episodi vandalici vengono compiuti con più facilità. Per rendere la cittadina più vivibile l'amministrazione comunale di Bellizzi da tempo ha deciso di istallare le telecamere d video sorveglianza, che in questa occasione sono state indispensabili per individuare gli autori del rogo.
Paolo Giovanni Panaro
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