mercoledì 7 marzo 2012

Scandalo sanità, l'arresto di Jannelli Concussione, falso, truffa, peculato


NAPOLI - Potevi aspettare giorni lì su una barella o in un lettino con le ossa rotte, potevi solo sperare che non ci fossero virus, scioperi, guasti tecnici. Oppure - per ottenere la certezza di essere operato -, potevi passare alle vie di fatto: chiedere le dimissioni dal Cardarelli, bussare alla clinica Villa del Sole e pagare.

Quattro, cinquemila, ottomila euro, in alcuni casi in nero e senza una ricevuta, quando non era possibile una «raccomandazione per scalare le liste d’attesa».

Dal pubblico al privato, eccolo il presunto sistema targato Paolo Iannelli, direttore della seconda divisione di ortopedia al Cardarelli, ma anche gestore di fatto della casa di cura Villa del sole, da ieri in carcere nel corso dell’inchiesta sulla sanità campana.

Concussione, falso, truffa aggravata, peculato sono le accuse vibrate al termine di un’inchiesta che punta a fare chiarezza sui rapporti tra pubblico e privato, tra la divisione di ortopedia del Cardarelli e la clinica di via Manzoni. Indagine condotta dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock, in forza al pool mani pulite dell’aggiunto Francesco Greco, riflettori puntati su un presunto sistema criminale: centinaia di interventi di chirurgia estetica fatti pesare sul sistema sanitario nazionale; operazioni in intramoenia compiute da medici che non corrispondono a quelli indicati sulle cartelle cliniche; decine di episodi di assenteismo riscontrati al Cardarelli.

Poi altri due fenomeni, a leggere la misura del gip Ludovica Mancini: le liste d’attesa per gli interventi ortopedici gestiti «all’insegna dell’arbitrio e della raccomandazione»; ma anche l’esodo di pazienti che di fronte alla prospettiva di una lunga permanenza in ospedale - un’emergenza creata ad arte, secondo il gip - chiedono le dimissioni dal Cardarelli per farsi operare a pagamento in Villa del Sole.

Un centro di reclutamento di pazienti nel cuore del reparto ortopedico del principale ospedale napoletano, «grazie allo stato di soggezione degli stessi pazienti impauriti dalla prospettiva di lunghe attese», dalla possibilità di contrarre virus o di incappare in improvvisi guasti o disservizi. Inchiesta condotta dai carabinieri del Nas e dai militari della polizia tributaria della Finanza, si parte dal caso degli interventi intramoenia, poi l’inchiesta subisce un’accelerazione: siamo a febbraio del 2009, quando il primario Salvatore Franzese si suicida con una iniezione letale nel suo ufficio al Cardarelli. Pochi giorni prima, agenda e documenti del primario erano stati sequestrati, offrendo una traccia sul taccuino degli inquirenti.

Quarantadue indagati, nomi di spicco della sanità campana. È così che finiscono agli arresti domiciliari Gabriele Iannelli (fratello di Paolo), dirigente al II policlinico e socio gestore a Villa del Sole; e Marco Von Arx, presidente del cda di Villa del sole. Divieto di dimora a Napoli per Umberto Bocchetti (una sorta di collaboratore di Paolo Iannelli), Mario Chiantera e Giuseppe Trotta (ortopedici al Cardarelli); obbligo di presentazione alla pg per Gennaro Devoto (dirigente Asl Napoli 2, in servizio al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove ha svolto il ruolo di sindaco); Vincenzo D’Aniello (chirurgo al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli), Carlo Carli (otorino ed ex dell’Asl Napoli due); Ettore Dell’Anna (otorino al San Giuliano di Giugliano). Ma non è tutto: la Procura chiede e ottiene anche sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un importo di 716.204,37 euro; e di euro 14.227 per Paolo Iannelli.

Decine di perquisizioni ancora in corso, va fatta una premessa: blitz e indagini valgono come uno strumento di verifica delle ipotesi, non come una prova definitiva, si attende la versione degli indagati. Difeso dal penalista Bruno Von Arx, Paolo Iannelli sarà ascoltato oggi a Poggioreale, ragionando su più livelli, a cominciare dall’ipotesi di truffa per il capitolo assenteismo. In oltre ottanta occasioni, Paolo Iannelli risultava formalmente in servizio al Cardarelli, mentre le celle del telefonino erano agganciate in altre zone di Napoli o addirittura all’estero.

Risultava in servizio anche quando era in viaggio in Thailandia, mentre in alcuni casi - stando agli atti depositati - alcuni pazienti attendevano in sala operatoria il suo ritorno in ospedale, anche se sulla carta il medico figurava in organico da ore. Si muove il ministro della Sanità Renato Balduzzi, per il quale «chi non rispetta le regole in questo campo ruba la salute ai cittadini», oltre a dirsi pronto a intervenire sul caso intramoenia e sul delicato rapporto tra sanità pubblica e privata. Massima allerta anche da parte dei vertici del Cardarelli, che annunciano la sospensione per il personale coinvolto e la nomina del penalista Giuseppe Pellegrino in vista di una possibile costituzione di parte civile.

Non saranno i soli, visti i pazienti indotti a pagare per sfuggire a emergenze, ritardi e disservizi che sembrano costruiti a tavolino.

Leandro Del Gaudio

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