venerdì 16 marzo 2012

Perugia, fermati i killer del bancario

Bloccati per un colpo compiuto a febbraio a Resina, ora devono rispondere anche dell'assassinio di Rosi. Il padre della vittima:
«Non sono persone, ma bestie»

gorizia
I carabinieri hanno fermato a Gorizia due cittadini romeni, da anni residenti in Umbria, per alcune rapine in villa avvenute dall'inizio dell'anno ad oggi nella periferia di Perugia. Secondo le forze dell'ordine i due sarebbero gli autori anche del tragico assalto alla villa di Ramazzano, dove il 2 marzo per difendere la compagna era rimasto ucciso il 38enne impiegato di banca Luca Rosi.

Tra i fermati ci sarebbe anche l'autore della violenza sessuale ai danni di una donna di 54 anni, avvenuta sempre durante una rapina in una villa tra il 2 e il 3 febbraio scorso nella frazione di Resina di Perugia. Per questa rapina lo scorso 10 marzo i carabinieri del comando provinciale di Perugia avevano già fermato un romeno. Per gli inquirenti i due potrebbero fare parte di un'unica banda, formata da tre elementi più un basista, quest'ultimo già fermato e arrestato 72 ore fa. "Indizi gravissimi e inconfutabili: lo ha ribadito nel corso della conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Perugia il colonnello Angelo Cuneo al riguardo degli arresti della banda specializzata in rapine in villa e autrice dell'omicidio del bancario Luca Rosi nell'abitazione di famiglia a Ramazzano.

È stato un lavoro di intelligence estremamente difficile ma i carabinieri sono riusciti ad avere in mano un testimone, una donna romena, che ha dato le generalità ai killer di Rosi. La banda, dopo la rapina di Ramazzano, si è data alla fuga sfruttando nella notte un piccolo covo a pochi chilometri da Perugia. L'appartamento era abitato proprio dalla testimone romena che ha fornito tutti gli elementi per l'indentificazione di due dei tre componenti della banda. I carabinieri sono arrivati al covo grazie alla segnalazione di un proprio uomo che opera sul territorio. Ad inchiodare i due uomini alle rapine in villa di Bastia Umbra, Resina e Ramazzano ci sono numerosi Dna e la pistola semiautomatica rubata a Resina e utilizzata a Ramazzano per uccidere con cinque colpi Luca Rosi.

«Sono bestie che andrebbero assicurate alla giustizia in ambienti adatti alle bestie e non alle persone». È quanto ha detto Bruno Rosi, il padre di Luca Rosi, dopo aver ricevuto la visita del comandante provinciale dei carabinieri di Perugia, colonnello Angelo Cuneo, che gli ha comunicato il fermo di due romeni.

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