giovedì 8 marzo 2012

Mafia, 5 arresti per strage via D'Amelio in nuova inchiesta


PALERMO (Reuters) - Cinque persone, tra cui il boss di mafia Salvatore Madonia, sono state raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip di Caltanisetta nell'ambito della nuova inchiesta sulla strage di via D'Amelio, in cui nel luglio 1992 morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.


Lo riferiscono fonti giudiziarie precisando che oltre a Madonia, già detenuto, accusato di essere il mandante della strage, sono coinvolti anche il pentito Gaspare Spatuzza, Vittorio Tutino, e Salvatore Vitale, accusati di essere tra gli esecutori materiali della strage. Oltre a loro anche l'ex-collaboratore di giustizia Calogero Pulci, accusato di calunnia aggravata.

Secondo quanto riferiscono le fonti, alla procura di Caltanissetta risulta che Borsellino fosse al corrente dal giugno 1992 della trattativa tra Stato e mafia negli anni delle stragi mafiose.

Quest'ultimo elemento, proseguono le fonti, aggiunge un ulteriore tassello all'ipotesi dell'esistenza di un collegamento tra la conoscenza della trattativa da parte di Borsellino, la sua percezione quale "ostacolo" da parte del boss Totò Riina e la conseguente accelerazione della esecuzione della strage.

I reati contestati agli arrestati sono strage aggravata continuata in concorso e di fabbricazione, porto e detenzione di esplosivo oltre all'aggravante - contesta per la prima volta - di avere agito anche per fini terroristici, e di avere agevolato Cosa nostra.

Secondo gli inquirenti, Spatuzza e Tutino avrebbero rubato la Fiat 126 usata poi come autobomba. Vitale sarebbe stato l'informatore del clan, fornendo informazioni sulle abitudini di Borsellino.

Le indagini sono coordinate dal procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, dagli aggiunti Amedeo Bertone e Domenico Gozzo, e dai sostituti Nicolò Marino, Gabriele Paci e Stefano Luciani.

Nessun commento:

Posta un commento